Crollo storico per l'affluenza: l'astensionismo è maggioranza

Alle urne solo il 46%. Votanti in calo del 12% rispetto al primo turno e diminuiscono anche dove il M5S era rimasto in corsa

Crollo storico per l'affluenza: l'astensionismo è maggioranza

Roma In molte città la temperatura percepita è stata più alta della percentuale dei votanti. Su 4,3 milioni di aventi diritto oltre la metà, più di due milioni di persone, ha deciso che non valeva la pena andare al seggio. L'affluenza media si è attestata al 46, 3 per cento, ovvero 12 punti in meno rispetto al primo turno. Solo in pochi comuni ha superato il 50 come all'Aquila, dove è arrivata al 52,6 o a Padova con il 57, 3.

I cittadini, complice anche il caldo torrido, a votare non ci sono proprio andati. Affluenza bassa anche nei comuni dove correvano i candidati grillini come Asti, 41,7, e Carrara, 49,4. Inutili gli appelli dei candidati. Anche per i ballottaggi dunque il primo partito del Paese, che stravince queste elezioni amministrative, è quello degli astensionisti. Un enorme bacino di voti congelati. Eppure questa volta il voto era davvero cruciale in molti casi per il minimo distacco tra i due candidati. Ma evidentemente le proposte di chi era ancora in corsa non interessavano, non erano abbastanza forti per decidere di andare a mettere quella croce sulla scheda. E anche questo è un dato politico importante: chi non ha votato al primo turno non ha votato neppure al secondo e nella maggioranza dei casi chi ha visto eliminato il proprio candidato, vedi i grillini, non è andato a votare ed ha preferito non sceglierne un altro. Una decisione rivendicata pubblicamente a Genova dalla consigliera regionale di M5s, Alice Salvatore che è andata al seggio ed ha fatto mettere a verbale di rifiutarsi di votare «per non dover votare il meno peggio».

Il mancato buongiorno si è capito fin dal mattino perché i primi dati dell'affluenza, quelli registrati a mezzogiorno offrivano già una chiara indicazione visto che erano inferiori di molti punti a quelli già bassissimi del primo turno. La media alle ore 12 era del 14,9 per cento dunque in calo di circa quattro punti rispetto al primo turno.

Ma è stato poi il dato di affluenza rilevato alle 19 che ha confermato l'indifferenza dei cittadini. A quell'ora infatti aveva votato appena il 31,40 per cento degli aventi diritto con un calo di oltre 9 punti percentuali rispetto al primo turno, quando alla stessa ora il dato era stato del 40,66. Anche nei comuni sotto i riflettori come Genova l'affluenza alla fine è rimasta sotto al 50 come a Genova con il 42,66; Parma 45,17. A Verona, 42,39, sono state molte le schede bianche.

Da segnalare il caso di Trapani dove si è tenuta una elezione insolita con un solo candidato.

Dopo l'esclusione del secondo che aveva guadagnato il ballottaggio le elezioni sarebbero state valide soltanto se si fosse recato alle urne il 50 per cento degli elettori ma già alle 19 il traguardo appariva irraggiungibile con un misero 16,69 di votanti . L'affluenza poi infatti poi si è fermata al 26,75 e dunque la città verrà commissariata.

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