
L'idea di un nuovo veicolo d'informazione economica, in forma di settimanale cartaceo con aggiornamenti online, non è nato da considerazioni estemporanee. È una scelta meditata con l'editore e i direttori del Giornale, di Libero e del Tempo che ha preso consistenza a mano a mano che si acuivano le tensioni geopolitiche con un coinvolgimento sempre più serrato delle vicende economiche. La consapevolezza che il giornale generalista ha per definizione spazi finiti quanto a notizie di economia, insieme al crescente disorientamento dei lettori di fronte a vicende non prevedibili, ci hanno indotto a immaginare il nuovo soggetto senza alterare la fisionomia tradizionale dei tre quotidiani. Di qui la decisione di rispondere con Moneta, un settimanale di economia, finanza e risparmio che ha lo scopo di arricchire la nostra proposta con articoli e servizi sull'intera sfera del denaro, senza escludere l'interesse minimo del lettore (che poi tanto minimo non è). E quanto sta accadendo in questi giorni è la prova che questa iniziativa vede la luce con grande puntualità.
La pace con Mosca solo apparentemente sembra in cammino; quella in Medio Oriente pare invece allontanarsi giorno dopo giorno; la Cina potrebbe quanto prima accelerare l'annessione di Taiwan per non essere da meno rispetto alle intemerate di Trump verso la Groenlandia. In ultimo, lo choc dei dazi reciproci imposti dall'amministrazione americana, danni che in pochi giorni stanno polverizzando il paradigma sul quale si era retto il commercio globale nell'ultimo mezzo secolo. Con quali prospettive? Difficile essere indifferenti; solo il presidente americano riesce ad essere ottimista, fra lo stupore dei grandi investitori di Wall Street che anche ieri hanno venduto a piene mani i titoli dei loro portafogli, trascinando nella caduta tutti i mercati mondiali. Del resto, come non temere nuove impennate dell'inflazione, con relativo aumento del costo del denaro affiancato da prospettiva di potenziali recessioni. E ci domandiamo: che sarà del mio posto di lavoro? Di quanto aumenterà la prossima rata del mutuo? Farò ancora più fatica ad arrivare a fine mese? Che sarà dei miei risparmi investiti in Borsa? Riuscirò a pagare l'università di mio figlio? Sono domande che se un tempo erano pensieri sporadici, oggi sono sempre presenti, alimentando la sfiducia in se stessi e nel valore del proprio mondo. Con tutto ciò che segue in termini di vitalità del sistema.

Ebbene, Moneta ha l'ambizione di rispondere ad alcune di queste domande, senza avere la presunzione che pochi consigli contenuti in un articolo possano bastare a risolvere tutti i problemi. Ma siamo anche dell'idea che essere consapevoli di quanto sta accadendo intorno a noi, è già un piccolo passo verso la soluzione del problema. Moneta, che avrà una particolare attenzione al tema della previdenza e alle storture del regime pensionistico, volerà anche in altre direzioni, entrando nelle profondità dei diversi settori dell'industria, analizzando come le riforme regolamentari stiano influenzando l'adozione di tecnologie innovative applicate alla produzione. Si occuperà perciò di agricoltura, una voce fondamentale del Pil, in uno scenario che vede l'Italia in sofferenza quanto a copertura dei consumi interni, in una fase nella quale tutto costerà decisamente di più.
E si occuperà anche delle vicende più controverse dell'alta finanza, affondando i suoi sensori nel riassetto in corso del sistema bancario, la cui portata è persino superiore a quello che vent'anni fa ebbe inizio con la stagione dei furbetti del quartierino. Senza riverenze o stucchevoli genuflessioni che non sono nel nostro dna. Moneta darà voce ai capi di grandi e medie aziende, di volta in volta esaltando o criticando laddove ne vedrà le ragioni. Né disdegnerà di raccontare la storia dei tanti unicorno che scalpitano nei laboratori della piccola imprenditoria. In questo primo numero, in edicola oggi, due servizi di particolare interesse. Il primo è la sintesi di un rapporto riservato dove sono indicati gli oltre 50 obiettivi industriali che potrebbero essere colpiti dal cielo e da terra in caso di un conflitto.
Il secondo è una lunga intervista di Hoara Borselli all'architetto Massimiliano Fuksas che si racconta e che offre uno spaccato crudo del suo pensiero sull'architettura e sul Salone del Mobile nell'imminenza della sua apertura.
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