Crosetto contro le toghe e i politici: "Sono schifato"

Il ministro parla di "potere senza controllo". E accusa chi anche nel centrodestra "ha già scaricato Toti". Scontro con Salvini sulla leva

Crosetto contro le toghe e i politici: "Sono schifato"
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Guido Crosetto dà una scossa alla campagna elettorale per le Europee. Nel giro di un paio di ore, il ministro della Difesa riapre il fronte di guerra con i magistrati, conferma la fiducia al governatore della Liguria Giovanni Toti, finito in un'inchiesta a poche settimane dal voto, e infine, si infila in un doppio scontro con il collega di governo Matteo Salvini sulla reintroduzione della leva obbligatoria e sulle uscite elettorali del capo del Carroccio, che metterebbero in difficoltà il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Il «Crosetto day» inizia all'alba, sfogliando i giornali. Il titolare della Difesa in un'intervista a La Stampa punta il dito contro le toghe politicizzate: «Nella magistratura ci sono correnti e quindi è politicizzata. Lo constato. L'equilibrio tuttavia non è messo in pericolo dalle correnti della magistratura, ma da un potere che non ha più controlli, in cui anche un singolo pm, se arrabbiato con qualcuno, può distruggerlo». Nella stessa intervista Crosetto si schiera al fianco di Toti e lancia frecciatine a Forza Italia: «Mi fanno ribrezzo le persone che speculano su vicende di questo tipo, ma so di essere in netta minoranza, anche all'interno del centrodestra. Oggi ho visto le dichiarazioni di un ministro di Forza Italia che, di fatto, scarica Toti».

In serata, al ministro della Difesa ha risposto il vicepremier Antonio Tajani: «Toti deve resistere o dimettersi per l'inchiesta in Liguria? É una scelta sua, ma credo che adesso sia prematuro». Il Crosetto day si infiamma ulteriormente all'ora di pranzo quando il ministro rilancia dai social la sua fatwa contro i pm: «Oggi ho ricevuto moltissimi messaggi, privati, a commento di una mia intervista. Avevano un termine in comune: coraggio. La cosa non mi ha fatto alcun piacere, anzi mi ha preoccupato: se una banale manifestazione di libero pensiero viene considerata coraggio da tutti, allora significa che non siamo una democrazia compiuta. Quasi tutti i messaggi finivano con un invito a pensare a me, a fare attenzione. Due citavano anche i miei cari o familiari: guarda cosa hanno fatto alla famiglia di Renzi, mi ha scritto un ex magistrato. Io invece non mi sento coraggioso perché mi rifiuto di credere che ci siano gruppi di persone della magistratura che potrebbero raggiungere un livello così basso. Se ci fosse pertanto questo tentativo, il problema non sarebbe mio ma dell'Italia e della democrazia».

Le uscite di Crosetto riscaldano lo scontro politico. Dal Pd interviene la responsabile Giustizia Debora Serracchiani (alla quale Crosetto replica): «L'incontinenza verbale del ministro della Difesa non ha più limiti e appare sempre più incompatibile con il delicato ruolo che ricopre. Le sue dichiarazioni hanno il suono dell'attacco a un potere dello Stato. Imbarazzante e inquietante un ministro che entra nel merito di una indagine in corso, decidendo cosa sia lecito e cosa no. Alla magistratura, il governo dovrebbe in ealtà dimostrare leale collaborazione istituzionale. Per la Presidente del consiglio va tutto bene?».

La giornata si chiude così come è iniziata. Crosetto e Salvini litigano sul ritorno della leva obbligatoria.

Il ministro frena: «Una simile ipotesi mai comunque potrebbe riguardare le forze armate». L'idea di Salvini è invece quella di un «grande progetto di educazione civica», del quale - annuncia proprio da Vicenza - la Lega ha quasi terminato la stesura di una proposta di legge da proporre in Parlamento.

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