
«Il nostro socio occulto è lo Stato», si vantava Enrico Pazzali, capo di Equalize, con il suo braccio destro Carmine Gallo. Lo racconta a verbale Gallo, morto domenica scorsa, stroncato da un infarto mentre si trovava agli arresti domiciliari. Ma ora la Procura della Repubblica deposita gli interrogatori, finora secretati, che l'ex poliziotto ha riempito nei mesi scorsi, dopo essere stato arrestato, insieme a quelli di Samuele Calamucci, l'hacker di punta della squadra di Equalize. E sono, anche se ampiamente omissati, verbali che aprono nuovi squarci sulle attività di dossieraggio di Equalize, e sui legami con i servizi segreti. Che in via Pattari, nella sede milanese di Equalize, erano di casa: «anche il capocentro di Milano», dice Gallo.
Gallo racconta che quando Pazzali ha sentore dell'inchiesta in corso su Equalize, inizia ad agitarsi. Alla fine, in cerca di conferme, scende a Roma. «Non mi dice a Roma da chi va - dichiara Gallo l'11 gennaio - ma c'è un motivo perché non me lo dice, perché io so che lui è molto amico del capo dell'Aise di Roma Carlo De Donno» (ndr, in realtà vicecapo dell'Aisi). La deduzione degli inquirenti è pesante: Pazzali «era stato verosimilmente messo al corrente delle investigazioni in corso da Carlo De Donno». È lo stesso dirigente dei «servizi» che, secondo Calamucci, chiede nel luglio scorso a Equalize di verificare la posizione di Leonardo La Russa, figlio del presidente del Senato, indagato per violenza carnale dalla Procura di Milano.
Ieri il legale di De Donno smentisce e annuncia querele. In effetti i contatti tra De Donno e Pazzali sono noti da tempo, e nelle carte non c'è una prova diretta di una «soffiata» dello 007 a Pazzali: che infatti continua a muoversi in giro, bussando ripetutamente anche alle porte di alti magistrati milanesi. Ancora l'8 marzo scorso, in una nota, i carabinieri scrivono che «allo stato non sono stati rinvenuti elementi utili a individuare la fonte» che rivela a Pazzali dell'inchiesta. Ma il tema della contiguità con l'intelligence di Stato attraversa i verbali di Gallo e Calamucci.
La scelta dei due di collaborare con la Procura ha dato fastidio a molti: come allo sconosciuto col berretto da baseball che il 20 febbraio scorso si apposta sotto la casa del loro avvocato, intimandole di fare modificare le «dichiarazioni su De Marzio»: ovvero Vincenzo De Marzio detto «Tela», ex carabiniere del Ros, già in forza ai servizi segreti.
I verbali di Gallo e Calamucci si incrociano e si confermano a vicenda con i nuovi accertamenti, anch'essi depositati agli atti. Emergono nuovi committenti dei servigi di Equalize, e nuove vittime. Il giornalista dell'Espresso Carlo Tecce che chiede materiale sul deputato del Pd Claudio Mancini. Il generale della Finanza Di Gesu che riceve da Pazzali note su una colombiana legata al caso Eni. Il dirigente di Confindustria che chiede notizie sul magnate del Kuwait Fouad Alghanim. Vengono spiati Carlo Passera di Illimity Bank, dossierato insieme alla famiglia, e l'armatore di Moby Vincenzo Onorato e Massimo Ferrari di Webuild.
Il filone meno comprensibile è quello che vede Pazzali dossierare suoi amici e referenti storici, come il governatore Attilio Fontana, e il ministro Daniela Santanchè. Pazzali si dà da fare per la Santanchè, organizzandole un incontro con un generale della Finanza, ma intanto accumula sul suo telefono materiale su Negma, una società che finanzia le attività del ministro, e su Luca Ruffino, l'ex socio di Visibilia morto suicida. Ancora più intensa l'attività su Fontana, di cui vengono dossierate anche la moglie Roberta e la figlia Maria Cristina.
Ma viene dossierata, insieme al figlio Gabriele, anche la rivale di Fontana alle elezioni regionali, Letizia Moratti.Gallo un po' rifiuta, un po' recalcitra, un po' esegue- Perché. dice Gallo ai pm, «io di Pazzali sono amico, non so dirgli di no».
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