Era un David Rossi «arrabbiato con se stesso» per aver dato ai vertici Mps «un'impressione di fragilità e di debolezza» e spaventato dall'idea di essere «associato a persone che avevano creato grossi problemi a Mps» ma per nulla intenzionato a suicidarsi quello raccontato ieri alla commissione della Camera che indaga sulla strana morte del manager. La coach Carla Ciani è una delle ultime persone ad aver visto Rossi il 6 marzo 2013, giorno in cui morì: «Mi ringraziò per la chiacchierata, era lucido e sul pezzo». Eppure la sua testimonianza del tempo sul suo «stress emotivo molto evidente» era per i pm senesi la testata d'angolo su cui reggeva la richiesta di archiviazione e il provvedimento dei Gip per suicidio. «Ma l'ordine in cui sono state riportate le cose che ha detto ai pm la Ciani è stato modificato, lo dice lei stessa», commenta con il Giornale il legale della famiglia, che parla di testimonianza «allucinante». È un'altra ombra sui magistrati, inguaiati nei giorni scorsi dal colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco, presente negli uffici di Rossi senza titolo e senza comparire in alcun verbale. Dalle nuove foto in mano ai commissari è chiara la «contaminazione» della scena del crimine ipotizzata da Aglieco e «girata» ieri a Csm, Procura generale presso la Cassazione e Procura di Genova, che riaprirà le indagini. Intanto il caso si arricchisce di nuovi particolari. Al processo d'appello sul crac Mps legato alle spregiudicate operazioni Alexandria e Santorini, scrive Fabrizio Massaro del Corriere della Sera, sarebbero emerse le prove di un'alchimia finanziaria di Deutsche Bank, che avrebbe ingiustamente appesantito i conti di Siena. Così il salvataggio di Mps sarebbe meno costoso - ragiona con il Giornale un esperto - ma si tratta di un restatement contabile che andava contestato dai revisori...». D'altronde, in quei giorni la banca era coinvolta in uno scandalo finanziario dopo il crac derivati e l'operazione Antonveneta. Tanto che qualche giorno prima di morire Rossi aveva manifestato ai vertici di Mps di allora la volontà di parlare con i magistrati. E forse qualcuno gli ha chiuso la bocca, come farebbe intendere l'audio captato all'ex deputato di Forza Italia Giancarlo Pittelli, accusato di essere organico alla 'ndrangheta, oggi in cella e amico dell'ex numero uno Mps Giuseppe Mussari («Rossi è stato ammazzato, se si sapesse chi è stato...
) di cui si è parlato ieri durante la conferenza stampa della famiglia Rossi. Ci sarebbe anche un teste che avrebbe visto Rossi tra le 15.30 e le 16 del 6 marzo parlare animosamente al cellulare. «Perché questa versione non venne verbalizzata dalla Questura?», si chiede Walter Rizzetto di Fdi.
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