Dazi su acciaio-alluminio, primo colpo all'Europa. Faccia a faccia con Vance

Tariffe del 25% anche per il Vecchio Continente. Scatta l'allarme. Oggi von der Leyen vede il vice

Dazi su acciaio-alluminio, primo colpo all'Europa. Faccia a faccia con Vance
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Dopo settimane di dichiarazioni incrociate tra una sponda e l'altra dell'Atlantico, il momento della verità tra l'America di Trump e l'Ue è arrivato. Gli Stati Uniti imporranno dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio e nelle prossime ore il presidente Usa annuncerà una serie di dazi reciproci contro i partner commerciali degli Stati Uniti. Le nuove misure fanno seguito a quelle minacciate - e per ora messe in pausa - contro Canada e Messico e alle tariffe addizionali del 10% alla Cina, alle quali Pechino ha finora risposto in maniera equilibrata. Oltre a quelli specifici su acciaio e alluminio, i nuovi dazi Usa non saranno «a tappeto», come minacciato in passato, ma appunto reciproci, «dollaro per dollaro». «Molto semplicemente, se loro ci fanno pagare, noi faremo pagare loro», ha detto Trump senza fornire dettagli, parlando a bordo dell'Air Force One che lo portava a New Orleans per assistere al Super Bowl. Se ne saprà di più oggi, nell'incontro tra il vicepresidente JD Vance e Ursula von der Leyen, per il vertice internazionale che Emmanuel Macron ha convocato a Parigi per discutere di intelligenza artificiale. Difficile però che Vance, totalmente allineato all'agenda Trump, possa offrire una sponda «soft» alle preoccupazioni e rimostranze europee. Ascolterà e riferirà al presidente al suo ritorno a Washington.

Alcuni numeri per comprendere le forze in campo e il punto di vista «America First» di Trump in materia di politica commerciale. Nel 2023, secondo i dati del dipartimento del Commercio Usa, Washington ha registrato con la Ue un deficit di 209 miliardi di dollari per le merci e un surplus di 77 miliardi nei servizi. Rimane un deficit di 132 miliardi di dollari, al quale la leadership europea vorrebbe rimediare aumentando gli acquisti di gas naturale liquido e armamenti, anche in risposta alle pressioni Usa per portare le spese della difesa degli alleati Nato al 5% del Pil. Un'ulteriore risposta europea alle mosse dell'amministrazione Trump potrebbe essere un taglio ai dazi sulle auto Usa importate nel mercato Ue. È il Financial Times a riferire che secondo Bernd Lange, a capo della commissione per il Commercio dell'Europarlamento, per evitare la «guerra commerciale» l'Ue potrebbe abbassare la sua tassa di importazione del 10%, avvicinandola al 2,5% che gli Usa impongono alle auto europee. Una mossa non a caso caldeggiata dai produttori tedeschi. E tuttavia, concentrarsi unicamente sui fattori commerciali dello scontro tra Washington e Bruxelles non tiene conto degli elementi di politica interna Usa alla base delle scelte della Casa Bianca. Secondo alcuni osservatori, i nuovi dazi su acciaio e alluminio sono certo anche un tentativo di rendere competitiva US Steel, le storiche acciaierie di Pittsburgh da tempo in difficoltà, la cui acquisizione da parte della giapponese Nippon Steel è stata bloccata per ragioni di sicurezza nazionale e per andare incontro alle richieste della working class della Penssylvania che gli ha consegnato la vittoria a novembre. Altro fattore interno è la difesa che Trump ha assunto delle Big Tech Usa di fronte al Digital Services Act della Ue, che secondo i vari Elon Musk (X), Mark Zuckerberg (Meta), Jeff Bezos (Amazon) e Google imbriglia e punisce le loro aziende. I dazi, quindi, ancora una volta, come possibile leva negoziale.

Infine, la necessità per Trump di aumentare le entrate delle casse federali per finanziare l'estensione negli Usa dei tagli fiscali varati nel 2017 e in scadenza quest'anno, senza fare esplodere il già enorme debito Usa. E con l'obiettivo ultimo di abolire la tassa sul reddito federale (518 miliardi di gettito nel 2025), sostituendola interamente con i dazi sull'import.

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