Era diventato famoso (anche) per il film Smetto quando voglio. Ma certamente non avrebbe voluto smettere così presto di vivere l'attore Libero De Rienzo, 44 anni, ritrovato cadavere giovedì sera, attorno alle 20, nella sua casa in zona Madonna del Riposo, a Roma. Una morte che ha sconvolto il mondo dello spettacolo, visto che Libero era una persona molto amata nell'ambiente e molto impegnata anche nel sociale, anche se forse la sua fama era inferiore al suo talento. Ma anche una morte che potrebbe nascondere un giallo. La procura di Roma ha infatti disposto l'autopsia sul corpo dell'attore, che sarà eseguita nelle prossime ore dagli esperti del Gemelli, per accertare la causa della morte, sulla quale i pm della procura di Roma, coordinati dal procuratore aggiunto Nunzia D'Elia, hanno aperto un fascicolo. Secondo voci che filtrano da piazzale Clodio l'ipotesi di reato sarebbe morte come conseguenza di altro reato. La traccia investigativa è che l'attore campano possa aver consumato droga prima del malore fatale. La famiglia ha fatto sapere che la causa del decesso sarebbe un infarto, ma non sono stati rivelati problemi di salute o patologie. Nell'appartamento non sarebbero state trovate sostanze stupefacenti.
A rinvenire il corpo senza vita dell'attore è stato un amico avvisato dalla moglie dell'attore, preoccupata perché da qualche giorno Libero non rispondeva al telefono. L'uomo si è recato nell'appartamento di De Rienzo ha aperto la porta con le chiavi di scorta e ha fatto la terribile scoperta. «Picchio non c'è più!», ha urlato l'uomo, prima di chiamare i soccorsi. I carabinieri della stazione Gianicolense hanno fatto i primi rilievi. Sul corpo non avrebbero trovato alcun segno di violenza. Le indagini mirano anche a capire se al momento del decesso l'attore fosse solo o in compagnia ed eventualmente di chi.
De Rienzo era nato a Napoli il 24 febbraio 1977. Era sposato con la costumista Marcella Mosca, da cui aveva avuto due figli. Suo padre, Fiore De Rienzo, era stato attore ma negli ultimi anni si era dedicato particolarmente al giornalismo investigativo, diventando una firma importante della trasmissione televisiva Chi l'ha visto?
In tanti ieri hanno voluto ricordare l'attore napoletano. Tra essi la Fondazione Siani, intitolata al giornalista ucciso dalla camorra nel 1985 interpretato da De Rienzo in Fortapàsc: «Sei stato gli occhi, la voce e il cuore di Giancarlo. Sei entrato nella nostra storia in punta di piedi con grande semplicità. La tua timidezza era un segno di grande rispetto per la storia che dovevi raccontare». «Libero di nome e di fatto - è il pensiero del presidente di Libera don Roberto Ciotti -. Onesto, appassionato, profondamente umano. Un attore di talento capace di esprimere la vita». «Lo vedevo spesso arrivare con suo padre, l'ho visto crescere e debuttare giovanissimo - racconta Michele Placido -. Era molto timido. Era un grande attore e sceneggiatore e sarebbe stato anche un ottimo regista». E se il regista Pupi Avati lo scelse per La Via degli Angeli «perché somigliava a mio padre», Luca Zingaretti parla dell'«attore più dolce che abbia mai conosciuto.
La sua energia quella di un folletto geniale perché con dentro un pizzico di magia». «Era bella la tua indolenza - twitta Roberto Saviano - la tua capacità di racconto immersa tra ironia e malinconia. Il tuo modo di attraversare la vita era bello. E ora come si fa?». Già, come si fa?
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