«La neve è profonda, abbiamo bisogno di attrezzature pesanti». Andrei Kulakov, capo del distretto di Ramensky, dove è precipitato un Antonov An-148 della Saratov Airlines diretto verso gli Urali al confine con il Kazakistan, ha detto solo queste parole per spiegare la mole di lavoro che attende il suo staff.
Le 71 persone a bordo del piccolo aereo (tra i quali c'era un solo straniero, un tecnico svizzero) sono tutte morte. Secondo un testimone che ha visto la palla di fuoco precipitare, l'Antonov è stato avvolto dalle fiamme mentre si trovava in volo. Altri, come quelli vagliati da fonti aeronautiche russe citate dall'agenzia Interfax, riportano la possibile collisione con un elicottero: con, a corredo, la pubblicazione di un video dei presunti rottami nella neve. L'incidente è accaduto a 80 chilometri da Mosca, pochi minuti dopo il decollo: l'Antonov è sparito dai radar e l'emergenza è scattata immediatamente. L'An-148 della Saratov Airlines era diretto da Domodedovo verso Orsk quando è precipitato. Il presidente Vladimir Putin ha espresso alle famiglie le condoglianze del governo e ha ordinato al suo gabinetto di creare una commissione speciale d'indagine. Secondo il sito FlightRadar24 che segue la traccia delle informazioni di volo in tempo reale, l'aereo si trovava a 6.400 piedi prima di scendere a 5.800, risalendo brevemente ma cadendo bruscamente in un solo minuto e senza messaggi di mayday da parte dell'equipaggio. Il sito gazeta.ru, che cita fonti investigative anonime, afferma invece che il pilota aveva riferito di un guasto e chiesto il via libera per un atterraggio di emergenza.
La Saratov Airlines dispone di una flotta di 12 aeroplani, tra cui cinque AN-148 come quello caduto ieri. Uno è caduto nel 2011 in occasione di un volo di addestramento: il pilota aveva superato la sua velocità massima. Nel 2015 era stato vietato alla compagnia di operare voli internazionali: gli ispettori avevano preso la decisione dopo aver trovato personale non autorizzato nella cabina. In seguito, dopo un ricorso, ripresero i voli charter internazionali.
Dal 2010 ad oggi sono state circa 200 le vittime di incidenti aerei nel Paese. Due anni fa un Boeing 737-800 durante l'atterraggio si schiantò a Rostov, uccidendo 62 persone. Nel 2013 in 50 persero la vita con le medesime modalità a Kazan.
Nel 2016 un aereo russo diretto in Siria con una banda militare per le forze russe si schiantò nel Mar Nero poco dopo il decollo, uccidendo tutte le 92 persone a bordo mentre nell'ottobre 2015 un charter con 224 passeggeri e membri dell'equipaggio diretto a San Pietroburgo (proveniente da Sharm el-Sheikh) si schiantò subito dopo il decollo. L'istruttore di volo Andrey Krasnoperov ha detto che l'incidente di Domodedovo ricorda quello di Sharm el-Sheikh: quando «tutti negarono la possibilità di un attacco terroristico ma poi cambiarono idea».twitter@FDepalo
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