Nel corso dell'audizione alla Camera Confindustria sottolinea che il dl fisco rischia di penalizzare le imprese e i contribuenti onesti. Lo ha fatto presente il direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci. Per quanto riguarda la lotta all’evasione, ha sottolineato Panucci, "ci aspettiamo azioni più meditate di quelle oggi sul tavolo, dettate, in larga parte, dall’urgenza di reperire risorse finanziarie, ma che rischiano di penalizzare in modo non solo sproporzionato ma anche indiscriminato l’intero sistema imprenditoriale, se non attentamente calibrate".
Da un lato, ha osservato il dg di Confindustria, "occorrono interventi che non si limitino a minacciare il carcere come unica risposta sanzionatoria, ma che disegnino pene, anche severe, in funzione del disvalore sociale della condotta e delle oggettive caratteristiche e condizioni di chi la mette in atto". Sottolinea poi che "una seria ed efficace azione di contrasto dovrebbe agire anche su altri fronti e non solo su quello repressivo, puntando su: strumenti di carattere premiale per incentivare comportamenti virtuosi e interventi di razionalizzazione dell’impianto sanzionatorio e di depenalizzazione di quelle condotte che non sottintendono un dolo specifico o un intento frodatorio". Dall’altro lato, ha aggiunto, "la lotta all’evasione non deve penalizzare i contribuenti onesti. Chi quotidianamente svolge attività d’impresa non dovrebbe subire ulteriori e ingiustificate riduzioni di liquidità, nè essere costretto a districarsi tra vincoli e procedure bizantine pensate per imprese che operano sul filo della criminalità, e di fatto marginali rispetto al tessuto produttivo italiano nei confronti delle quali servirebbero, piuttosto, interventi decisi ma chirurgici".
Nel complesso il giudizio degli industriali sul decreto è critico, "anche considerando che si inserisce nella più ampia e articolata, e per diversi aspetti anch'essa critica, manovra di bilancio, sulla quale avremo modo di esprimerci nell'Audizione della prossima settimana". La Panucci sottolinea che dalla relazione tecnica al ddl di bilancio emerge che il provvedimento dovrebbe garantire un maggior gettito pari a circa 5,4 miliardi per il 2020".
Confindustria sostiene l'introduzione dell'obbligo di fatturazione elettronica tra le imprese. Ma sottolinea alcune criticità. "Il patrimonio informativo, riportato nei file delle fatture, come noto, si estende a dati che, potendo riguardare i dati sensibili dei contribuenti, meritano adeguate tutele. Per tale ragione, pone qualche criticità la norma che - in apparente noncuranza delle avvertenze pervenute dal Garante della privacy - dispone l'automatica memorizzazione di tutti i dati trasmessi all'amministrazione finanziaria, anche in assenza di espresso consenso da parte dell operatore". L'obbligo di fatturazione elettronica, inoltre, "si sarebbe dovuto accompagnare a un significativo sfoltimento di altri adempimenti.
L'attuale sistema Iva, invece, si presenta ancora fitto di scadenze e di rigidità che non agevolano l'attività delle imprese. Al riguardo, può essere utile ricordare che al trimestrale o semestrale spesometro è subentrato il mensile esterometro".
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