Il delirio di Saviano: se gli vengono le coliche è colpa di chi lo critica

Lo scrittore in ospedale attacca su Facebook i "merdi" che lo hanno contestato negli anni

Il delirio di Saviano: se gli vengono le coliche è colpa di chi lo critica

Nuove vette di narcisismo giornalistico, il reportage sul proprio ricovero in ospedale per calcoli renali. Una patologia dolorosa, ma nemmeno così tragica. Tuttavia Roberto Saviano, il protagonista dell'autoreportage sanitario, è convinto che i suoi calcoli renali siano diversi da quelli della gente comune. I suoi sono un caso politico, hanno un mandante preciso, i «merdi». Che poi sarebbero quelli che lo hanno a vario titolo criticato, in questi anni di protagonismo martiriologico dello scrittore-giornalista napoletano, chiuso (suo malgrado, vive sempre è sotto scorta) in un universo autoreferenziale interrotto da qualche ospitata televisiva e non, come esperto di criminalità organizzata ma anche di tutto il resto, opinionista politico con licenza di insulto (ha dato dei «bastardi» in tv a Salvini e Meloni), sempre a rischio tromboneggiamento retorico. Interrogato dai fan su quale sia la definizione precisa di questi «merdi» che non gli portano il dovuto rispetto, nel post su Facebook Saviano spiega trattarsi degli «uommene 'e merda, indipendentemente dal genere». Sono costoro che lo hanno portato in ospedale, sul lettino di cui pubblica la foto per drammatizzare ulteriormente questa brutta esperienza causata da loro. «Mi tocca... le coliche renali si sono abbattute su di me implacabili e dolorosissime. Forse tutta la merda ricevuta dai merdi, in questi anni, doveva esser drenata dal corpo, e ha lasciato sedimentazioni. Ora dovrò subire un piccolo intervento e sarò meno presente qui, ma so che penserete a me, e questa cosa mi riempie di gioia. Lehaim!» scrive Saviano. Il legame causa-effetto tra i suoi nemici e i calcoli renali è difficile da dimostrare, l'origine psicologica per molti disturbi intestinali o gastrici è nota ma per quelli renali sarebbe una novità scientifica, comunque l'immagine della merda che si sedimenta nel corpo e finisce nei reni è una licenza poetica che si può accettare in uno scrittore da milioni di copie.

Non è questione che turba i suoi fan, che si accodano al post per esprimere la loro solidarietà in questo difficile momento dello scrittore che non si è arresto al clan dei Casalesi, ma ai calcoli renali sì, colpa dei merdi ovviamente. Uno dei suoi follower però è un chirurgo, e pure puntiglioso, e rovina l'emozione di tutto il Saviano fan's club con le precisazioni: «Sono un medico ed anche io sofferente dello stesso problema. Per quanto ti sia inimicato parecchie persone non c'è purtroppo correlazione con la malattia. In bocca al lupo». Anche il signor Pelagreco, con garbo, mette in dubbio il fatto che lo scrittore sia chiaramente vittima dei detrattori che gli avrebbero mandato questa macumba: «Caro Saviano, io la seguo, la stimo, la leggo, anch'io ho avuto problemi renali e non solo, e non ho mai pensato di postare le mie sofferenze o dolori in una pagina social, e con molta onestà le dico che non mi interessa sapere dei suoi problemi di salute». Commenti di buon senso subito travolti dalla schiuma dei devoti a san Roberto, indignati da chi si permette di non soffrire al solo pensiero che Saviano soffra.

Il personaggio è così, non un campione di modestia e nemmeno di simpatia. Ma Saviano ne è sempre andato orgoglioso: «Sento di essere antipatico ad una parte del Paese, per ciò che dico per come lo dico per lo spazio mediatico che cerco di ottenere.

Sono fiero di star antipatico a queste persone, sono fiero di sentire in loro bruciare lo stomaco quando mi vedono e ascoltano, quando si sentono messi in ombra» spiegò tempo fa. Il vittimismo, alimentato dalla notorietà, sfocia facilmente in mitomania. O in dolorosi calcoli renali.

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