I primi effetti del ciclone Musk sull'Europa si fondono tra realtà, chiacchiere e folklore. Alleanze che si intrecciano, summit che diventano più importanti e gadget che iniziano a circolare. È bastato un post del magnate, senza fornire particolari dettagli, e il MEGA (Make Europe great again), sull'onda del trumpiano MAGA made in Usa, già spariglia le carte. Che sia un movimento, un partito, un serbatoio di idee, una piattaforma di aggregazione, ancora non è dato sapere. Fatto sta che i movimenti conservatori europei già iniziano a muoversi.
A partire dalla destra più estrema, con la leader di Alternativa per la Germania Alice Weidel che la prossima settimana incontrerà il primo ministro ungherese Viktor Orbán a Budapest. «Grazie per il suo invito, primo ministro. Non vedo l'ora di incontrarla», ha detto la tedesca. «AFd potrebbe raccogliere il 20% dei voti. Se il suo leader vuole parlarmi, perché dovrei dire di no? Se il cancelliere Scholz mi chiamasse, riceverei anche lui. Ma il rischio non è imminente», ha commentato Orbán. Tra i corridoi dell'Europarlamento di Bruxelles già sono iniziate le manovre tra sovranisti e conservatori, per cercare di cavalcare l'onda lunga di Elon. E nelle cassette della posta di tutti gli europarlamentari già ieri mattina sono stati recapitati cappellini con la scritta «Make Europe great again» che dopo il post di Musk ancora non esistevano e nel giro di un amen sono già stati creati e distribuiti. Non è certo chi sia l'ideatore dell'iniziativa ma i sospetti conducono a un parlamentare rumeno del gruppo dei conservatori europei.
E in questo momento cresce l'importanza del vertice del fine settimana a Madrid, con l'organizzazione del leader di Vox Santiago Abscal, per il summit dei «patrioti europei» con tra gli altri Viktor Orbán, Marine Le Pen e Geert Wilders, un meeting che forse temporalmente non casuale rispetto al lancio del movimento di Elon Musk. A Madrid ci sarà anche il segretario della Lega Matteo Salvini che via social ha confermato la sua presenza. «Lo abbiamo condiviso a Pontida lo scorso ottobre e lo ribadiremo sabato a Madrid con Viktor Orbán, Marine Le Pen, Geert Wilders, Herbert Kickl, Santiago Abascal, Andrej Babi e tutti i Patrioti: è ora di rendere l'Europa di nuovo grande!», ha scritto il vicepremier. Su posizioni opposte l'altro vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani che senza mezze misure dice che «l'Europa sovranista di Musk non è la mia Europa». Tajani ha aggiunto che «credo nell'Europa federale, che abbia un'anima giudaico-cristiana, credo nel federalismo e sono un sovranista europeo, ma anche un patriota italiano Musk ha le sue idee ma non sono le mie. In democrazia niente è pericoloso, ognuno ha le sue idee», ha spiegato. Una difformità di vedute che non si presenta per la prima volta tra le diverse anime della maggioranza di governo.
L'attivismo politico di Musk però non piace a molti. Se la sinistra europea (e italiana) è già sulle barricate il miliardario finisce nel mirino della protesta di alcuni attivisti olandesi. All'Aja è stata imbratta la facciata di uno showroom della Tesla con slogan antifascisti e svastiche disegnate sui vetri. Lo stesso episodio che si è verificato alcuni giorni fa a Berlino, dove all'esterno di una fabbrica di auto elettriche era stata proiettata l'immagine del braccio teso di Musk alla cerimonia di insediamento del presidente Usa Donald Trump.
In questo caso la protesta era per il suo aperto endorsement alla destra tedesca di AFd. Vedi sopra: basta unire i puntini per capire che tutto torna e qualcosa di grosso si sta muovendo. E c'è chi sta da una parte e chi dall'altra. Ancor prima di sapere con certezza rispetto a cosa e per quale motivo.
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