Per votare "no" bisogna votare "sì". Come spesso accade nei referendum anche il voto online sul caso Diciotti ha un quesito poco intuitivo.
"Ora siamo chiamati a decidere", recita il blog dei 5 Stelle, "Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?". I militanti del Movimento 5 Stelle che domani vorranno mandare a processo Matteo Salvini attraverso la piattaforma Rousssau dovranno infatti votare "sì", quelli che vorranno evitargli il giudizio dovranno scegliere "no".
Una sorta di "inversione" che rischia di mandare in confusione i votanti e che sta creando non pochi malumori all'interno della base. Del resto, lo stesso blog sembra voler spingere per non far andare a processo il ministro dell'Interno - soprattutto dopo che l'intero governo rischia l'indagine -. "Questo non è il solito voto sull'immunità dei parlamentari", sostengono i 5 Stelle, "Di quei casi si occupa l'articolo 68 della Costituzione e su quelli il MoVimento 5 Stelle è sempre stato ed è inamovibile: niente immunità, niente insindacabilità. Nessuna protezione per i politici che devono rispondere delle loro azioni individuali. Noi mandammo a processo i nostri portavoce Paola Taverna e Mario Giarrusso e entrambi votarono per farsi processare. Ma stiamo parlando infatti dell'articolo 96 della Costituzione.
Nello specifico questo è un caso senza precedenti perché mai in passato si era verificato che la magistratura chiedesse al Parlamento di autorizzare un processo per un ministro che aveva agito nell'esercizio delle sue funzioni e non per azioni fatte per tornaconto privato e personale (tangenti, truffa, appalti, etc): in questo caso non ci porremmo neppure il problema e lo spediremmo in tribunale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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