L'Italia fa peggio di tutti quanto a disoccupazione. Sono italiane quattro delle cinque peggiori regioni europee in termini di posti di lavoro. Campania, Sicilia, Calabria e Puglia hanno l'indice di occupazione più basso del 2021 insieme alla regione francese della Guyana. La fotografia impietosa arriva dalle tabelle di Eurostat: la Sicilia registra un tasso di occupazione nella fascia tra i 15 e i 64 anni del 41,1%, la Campania del 41,3%, la Calabria del 42% e la Puglia del 46,7% a fronte di un tasso medio in Europa del 68,4%. È ancora più basso per le donne: il 29,1% in Campania e Sicilia e il 30,5% in Calabria. Del resto sempre secondo i dati europei l'anno scorso circa quattro giovani su dieci in Sicilia, Campania e Calabria erano senza lavoro: uno dei dati peggiori dell'Unione. In queste tre regioni infatti il tasso di disoccupazione nella fascia tra i 15 e i 29 anni è stato rispettivamente del 40%, 38% e 37%, in leggero calo dal 2020. In fondo alla classifica europea ci sono invece la spagnola Ceuta (56%), la Macedonia orientale, la Tracia (45%) e la Macedonia occidentale (42%) in Grecia, e poi ancora la spagnola Melilla ( 42%). Nel 2021 la media europea della disoccupazione dei giovani toccava il 13%, scesa dello 0,9 rispetto al 2020.
In generale le italiane migliori sono state invece la Provincia autonoma di Bolzano (7%), il Veneto e la Provincia autonoma di Trento (entrambe con tasso di disoccupazione al 12%). A livello europeo, in cima alla classifica la regione polacca di Varsavia-Capitale e la regione ungherese del Transdanubio centrale (2%).
Per l'occupazione delle donne il dato è ancora più negativo. Nelle regioni del Sud è occupata meno di una donna su tre (il 32,9%) nella fascia tra i 15 e i 64 anni a fronte di una media italiana del 49,4% e dell'Unione europea del 63,4%: un gap di oltre 30 punti. Nella provincia autonoma di Bolzano sono occupate il 63,7% delle donne mentre in Sicilia e in Campania il tasso è al 29,1%, il peggiore in Europa. Prendendo come metro di misura la formazione, in Sicilia per le donne con un percorso che si ferma alla terza media il tasso di occupazione è al 12,6% (mentre è al 35% nell'Ue e 28,6% in media in Italia). Nel nostro Paese però è più bassa rispetto alla media europea anche l'occupazione per le donne laureate, anche se con un divario minore. Se nella Ue il tasso delle occupate con in tasca una laurea è dell'82,5%, in Italia si ferma al 76,4%: va meglio in Lombardia, dove è dell'82%, ma scende al 64% in Campania e al 59,4% in Calabria. Per il totale dei laureati, uomini e donne, il tasso di occupazione è dell'84,9% nell'Unione europea, con picchi del 90% nella regione tedesca di Dresda, mentre in Italia si ferma al 79,2%. In Lombardia la media di uomini e donne laureati e occupati è dell'84,3% mentre in Calabria è del 65,3%, cioè oltre un laureato su tre è senza lavoro, quasi come in Campania (68,2%). In Europa solo il 43,9% delle persone che hanno finito la terza media sono occupate, una percentuale di poco superiore a quella media italiana (42,7%, in calo dal 44% del 2019). Scende però al 32,7% al Sud e al 28,4% in Sicilia.
Ma Campania e Sicilia sono pure agli ultimi posti Ue per occupazione degli adulti in generale, con una persona su 5 disoccupata nel 2021. Il tasso di disoccupazione per le persone di età compresa tra i 15 e i 74 anni era il 19% nelle due regioni italiane, in aumento rispetto al 2020 quando era il 18%. Ma la media Ue è il 7%.
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