Distrutti 14mila anni di storia in 14 anni di scempio islamico

Devastate opere in 17 Paesi, dal neolitico fino all'era moderna È la più ampia distruzione sistematica mai operata dall'uomo

Distrutti 14mila anni di storia in 14 anni di scempio islamico

In almeno 17 paesi nel mondo, tra Africa sahariana e mediterranea, Medio Oriente ed Asia Meridionale, sta avvenendo la più organizzata e sistematica distruzione del patrimonio storico-artistico della Storia. Da sempre gli uomini hanno abbattuto i simboli del nemico, ma mai era successo che queste devastazioni avvenissero su un territorio così ampio su tutto il pianeta: è quello che maledettamente sta accadendo con il fondamentalismo islamico. Irak, Siria, Libia, Mali, Egitto, Libano, Nigeria, Niger, Cisgiordania, Striscia di Gaza, Indonesia, Afghanistan, Pakistan, India, Algeria, Tunisia, Kurdistan sono le nazioni, a vario grado, più colpite dalle demolizioni. Ma potenzialmente gli attentati, le dinamiti, le mazze e i martelli possono arrivare ovunque.

Il saccheggio e gli abbattimenti messi in atto dagli integralisti islamici, sotto diverse sigle di appartenenza, non conoscono recinto: dal 2001, anno in cui i talebani fecero saltare in aria i grandi Buddha di Bamiyan in Afghanistan, ad oggi si sta verificando la più strutturale guerra alle testimonianze della storia. Tutto ciò che è pre-islamico, avvolto nella jahiliyya , ovvero nell'ignoranza della verità svelata da Maometto, oppure tutto ciò che è idolatrico e allontana dalla shari'a , dalla strada da seguire, deve essere buttato giù: si insegna questo in molte madrassa , cioè nelle scuole, e poi lo si mette in pratica.

Colpito il neolitico di 14mila anni fa nel sito di Tadrart Acacus in Libia; colpita la civiltà assira del II-I millennio a.C. in Irak e Siria; colpita la civiltà egizia al Cairo; colpita la civiltà romana tra Libia ed Egitto, colpito l'induismo a Ayodhya in India, colpito il buddhismo a Borobudur in Indonesia, colpito il cristianesimo tra Nigeria e Niger; colpito l'ebraismo tra Israele e Striscia di Gaza; colpita la stessa tradizione musulmana in Libano o Irak. Non viene risparmiato nulla: templi, moschee, chiese, bassorilievi, mummie, immagini sacre, siti archeologici, manoscritti, sepolcreti.

Negli ultimi 15 anni gli integralisti islamici hanno razziato un patrimonio immenso. L'elencazione dei misfatti è solo grossolana: l'Unesco è impotente, si limita a comunicati d'indignazione; le organizzazioni internazionali come il Cultural Heritage Center dell'Università della Pennsylvania o il Consiglio internazionale dei monumenti e dei siti (Icomos) si dichiarano inadeguate. Manca del tutto una mappatura verificabile della strage in corso.

L'Irak è il paese più colpito dallo Stato islamico del Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi. Ripetute distruzioni nelle città assire di Ninive, Khorsabad e Assur, nelle centinaia di siti mesopotamici. Mosul è una città fantasma, tra le distruzioni la moschea del profeta Giona, i santuari sunniti di Sheikh Fathi e di Sultan Abdullah Bin Asim, il santuario iconico di Yahya Ibin al-Qasim.

In Siria distrutti quasi 300 siti archeologici tra Aleppo e Palmira. Raso al suolo il minareto della Moschea degli Omayyadi ad Aleppo (XI secolo). Sbriciolato un mosaico bizantino (VI secolo) nella città di Al Raqqa. Incendiata la chiesa armena a Deir el Zor, che raccoglieva un memoriale dell'eccidio armeno.

In Libia, mentre l'Isis minaccia Leptis Magna e Sabratha, importanti quanto Pompei, i Fratelli musulmani d'Alba libica, a Tripoli, hanno vandalizzato un vasto patrimonio, tra cui i sepolcreti di Gurgi e della Karamanli, la moschea Mizran, le tombe ottomane.

In Egitto, al Cairo, una bomba ha colpito la biblioteca nazionale, il museo di arte islamica e l'Istituto storico Dar al-Bab al Kutub Khalq. Inoltre razzia al museo nazionale di Malawi a Minya.

A Gaza e in Cisgiordania i bulldozer di Hamas hanno rasato l'antico porto di Anthedon, che possedeva strutture e mosaici romani e bizantini.

Tra Nigeria e Niger l'organizzazione estremista di Boko Haram ha assaltato le chiese cristiane delle città di Niamey, Zinder, Maradi, Gourè, e la chiesa battista di Suleja.

Nel Mali i fondamentalisti di Ansar Dine legati ad Al Qaida hanno colpito le moschee di Timbuctù, la porta della moschea di Sidi Yahya (XV secolo) e 7 dei 16 mausolei dei santi musulmani.

In Libano, incendiati 60mila testi antichi musulmani della biblioteca «al Saeh» a Tripoli. Alle sporadiche distruzioni in India si affiancano quelle più insistenti in Indonesia dagli affiliati all'Isis e dal Fronte di difesa islamico.

In Pakistan e Afghanistan, i talebani hanno assaltato statue buddiste e reliquie del Buddha del VII secolo, i siti archeologici della cittadina di Ghazni, che era la capitale dell'Impero ghaznavide intorno al XI sec.

Mai nella storia si è verificato uno scempio dell'arte così vasto. Ora sta accadendo.

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