![Il Dna della destra e lo Stato spendaccione](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2024/04/16/1713252181-agenzia-delle-entrate.jpeg?_=1713252181)
«Avevo un figlio neonato gravemente malato e diritto al relativo assegno di mantenimento, utile a consentire a me e mia moglie di prendercene cura rinunciando a un po' di lavoro. Ma non lo ho mai potuto incassare perché la visita che riconoscesse la malattia di mio figlio, già peraltro certificata mille volte, mi venne fissata quando lui era già morto da una settimana, all'età di soli tredici mesi. Ecco come funziona lo Stato italiano, bravo a pretendere ma non a restituire». Con gli occhi bagnati dalla commozione ancora oggi dopo 20 anni, un tassista di Cologno Monzese rievoca lo scandaloso comportamento di uno Stato, quello italiano, il più caro del mondo per quante tasse ci costa, che pretende di fare tutto senza saper fare niente, e che quando è chiamato a dare serve solo paradossi. «Mi offrirono di ottenere il pagamento degli assegni arretrati per i tredici mesi di vita di mio figlio, ma mai potuti incassare per la lentezza nel fissarmi la visita necessaria ad autorizzare il pagamento, però avrei dovuto riesumare il corpo per un'autopsia necessaria al pagamento differito dell'assegno che non avevo mai incassato. Non me la sentii», spiega con grande, rassegnata dignità il tassista. Uno Stato che pretende sempre, ma quando deve restituire fa sistematicamente cilecca, o complica le cose fino a renderle impossibile, è una bestia che va solo affamata, fatta dimagrire. E magari educata a non sprecare i soldi pubblici, che sono di tutti, non di nessuno.
Il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Ruffini, si è dimesso raccontando la solita panzana: «Il governo non vuole dare la caccia all'evasione». A parte il fatto che con l'evasione convivono tutti, non mi pare che più lo stato abbia, meglio faccia. Anzi. E peccato sia smentito dai dati: nel 2023 si sono recuperati 33 miliardi di euro. Record. Magari se facesse smettere di lavorare in modalità Covid i suoi dipendenti pubblici, come raccontavano solo qualche mese fa quelli dell'ufficio territoriale dell'Aquila, dove metà delle email finiscono nello spam e al telefono non risponde anima viva, l'Agenzia lavorerebbe meglio.
Io invece al governo chiedo altro: di guardare la curva della spesa pubblica in perenne ascesa dagli anni 70 malgrado il costante aumento di recupero dell'evasione fiscale, e di varare una norma semplice per i contribuenti italiani, soci dello Stato e non suoi sudditi bancomat. Ogni euro recuperato all'evasione fiscale sia destinato all'abbattimento della pressione fiscale. Senza che possa andare in altre voci di spesa. La sinistra dei pensierini banali per decenni ci ha raccontato la balla del pagare tutti, pagare meno. Eccome no. Infatti, dei 122 miliardi recuperati dal 2020 ad oggi, sull'abbattimento della pressione fiscale sono andati meno spicci che sul reddito di cittadinanza.
Allora il centrodestra ricordi il suo Dna, leghi le mani allo Stato per fargli buttare meno soldi dalla finestra, e recuperi la via del «pagare meno, pagare tutti», opposta alla sinistra tassa e spendi e a uno Stato che per restituire un briciolo di quel che riceve da noi fa solo figure orrende come quella riservata al tassista commosso di Cologno. Che di tasse ne ha pagate eccome.
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