Il terrorismo è tornato a bussare in Europa dopo due anni dai fatti di Vienna del 2 novembre 2020, e ha interrotto un silenzio di 741 giorni seminando panico e morte a Istanbul. Alle 16.20 (le 14.20 in Italia) una potente esplosione ha investito i numerosi passanti che in quel momento stavano transitando su Istiklal Caddesi, il viale dell'indipendenza, una delle arterie pedonali più importanti della città e probabilmente la più frequentata. Il bilancio, provvisorio, è di 6 morti e 81 feriti (due in fin di vita), ma le autorità cercano di far trapelare il meno possibile sulla dinamica dei fatti «per non concedere alcun vantaggio ai terroristi», si legge in un comunicato diffuso dal ministero dell'Interno.
La ricostruzione viene affidata alle immagini riprese dai telefonini e pubblicate sui social. Sono fotogrammi che mettono i brividi: si vedono centinaia di persone allegre e spensierate che percorrono un tratto del viale. Improvvisamente si sente l'esplosione, accompagnata da una lingua di fuoco, dalle urla dei pedoni e dalla corsa di chi istintivamente cerca di mettersi al riparo. Alcuni video mostrano molte persone scappare lungo l'ampia strada dello shopping, in altri si vedono numerosi corpi a terra. Pochi minuti dopo l'attentato, il presidente Erdogan ha rilasciato una dichiarazione molto importante, confermando la matrice terroristica dell'esplosione, non sottolineando se di matrice curda o jihadista, ma rilevando un ruolo importante svolto da una donna nell'attentato. Una kamikaze secondo il vicepresidente turco Fuat Oktay, «ne abbiamo la certezza». Erdogan ha rassicurato la nazione, affermando che «i responsabili della situazione in Istiklal saranno puniti come meritano. Nessun attacco sarà in grado di spezzare la determinazione e la resistenza della Turchia».
Il presidente turco, parlando della donna kamikaze, si riferisce alle immagini di alcune telecamere di sorveglianza che riprendono una donna, con un foulard nero in testa, che si siede su una panchina, posizionando un sacchetto alla sua sinistra. In un altro video la stessa donna è esanime, sulla panchina ormai distrutta, investita dalla deflagrazione e priva degli arti inferiori. Le forze di sicurezza stanno analizzando le registrazioni, che risalgono a pochi minuti prima dell'attacco. Il ministro della Giustizia Bekir Bozdag parla di due possibilità: «O la borsa aveva un meccanismo all'interno per esplodere, oppure è stata fatta deflagare con un comando a distanza. La donna era seduta sulla panchina per 40 minuti, poi si è alzata. Due minuti dopo è arrivata l'esplosione».
Ovviamente si è creato il caos, tra urla strazianti e le sirene delle ambulanze che hanno iniziato poco alla volta a raggiungere la zona della strage. Le forze dell'ordine hanno chiuso tutti e tre i chilometri del viale, così come le vie adiacenti. Sospeso anche il traffico della metropolitana, in particolare la M2 che collega la vicina piazza Taksim con la penisola storica. Annullato anche l'incontro di calcio del Besiktas che alle 20 avrebbe dovuto affrontare l'Antalyaspor nello stadio che fu teatro nel 2016 della carneficina (38 morti) perpetrata dai Falconi per la liberazione del Kurdistan. Otto pubblici ministeri sono stati assegnati per indagare sull'attentato, mentre sul posto sono arrivati i ministri degli Interni e della Giustizia, Soylu e Bozdag, assieme al sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu. I giudici si sono recati in serata negli ospedali per interrogare i feriti e avere un quadro più preciso di quanto accaduto.
Con il divieto di cronaca imposto ai media locali, i dettagli stanno emergendo ora dopo ora dalle testimonianze dei passanti e dei negozianti che si trovavano nella zona dello shopping. «Quando ho sentito l'esplosione, ero pietrificato, le persone si sono bloccate, guardandosi tra loro. Poi la gente ha iniziato a scappare. Che altro si poteva fare?», si domanda Mehmet Akus, 45 anni, dipendente di un ristorante che sorge a poche decine di metri dal luogo dell'attentato. Paula Linder, turista tedesca, racconta su Facebook di essere ancora sotto choc. «Ho visto sangue ovunque, persino sulle vetrine dei negozi. Siamo tornati di corsa in albergo e non abbiamo alcuna intenzione di uscire». Ceren Babat, una donna che si trovava in un internet cafè al momento dell'esplosione ha detto che «sembrava un incubo, tra le urla e i corpi smembrati. C'era del fumo nero. Il rumore era così forte, quasi assordante». Tutto questo mentre migliaia di turchi si affannano sui social per conoscere lo stato di salute ed emotivo dei parenti che vivono nel luogo del massacro.
«Sono terribili le immagini di Istanbul, voglio esprimere le nostre più sentite condoglianze alla Turchia per l'attentato subito e la morte di cittadini
innocenti» scrive su Facebook il premier Giorgia Meloni, mentre il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, esprimendo il proprio «cordoglio e vicinanza al popolo turco», conferma che non risultano italiani coinvolti nell'esplosione.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.