Ancora scosse d'assestamento nella comunicazione vaticana dopo il terremoto di Natale, segnato dall'avvicendamento alla direzione dell'Osservatore Romano, dall'arrivo del nuovo direttore editoriale dei media vaticani, Andrea Tornielli, e dalle dimissioni alla guida della Sala stampa. Ieri sono arrivate altre dimissioni, quelle di Lucetta Scaraffia e delle altre 10 redattrici che da sette anni curano l'inserto mensile «Donna Chiesa mondo». Ma a differenza di Greg Burke e Paloma Ovejero, che il 31 dicembre hanno lasciato la Sala stampa professando serenità, questo addio è carico di polemiche verso il nuovo direttore dell'Osservatore, Andrea Monda.
Le ragioni sono elencate in due lunghi testi firmati da Scaraffia, che è giornalista, docente di storia all'università La Sapienza di Roma, ex militante nel movimento femminista e moglie di Ernesto Galli Della Loggia. Nell'editoriale del prossimo numero, l'ultimo firmato dallo staff scaraffiano, l'intellettuale rivendica che il supplemento è un'«iniziativa femminile autonoma» approvata da due papi, Ratzinger e Bergoglio. Tra i meriti dell'inserto c'è quello di aver portato alla luce lo scandalo, successivamente confermato da papa Francesco, delle suore sfruttate e abusate, anche in Vaticano.
A Scaraffia, che aveva avviato l'inserto con il precedente direttore Giovanni Maria Vian al quale è molto legata, non va che Monda abbia portato nuove firme femminili, operazione interpretata come un depotenziamento dell'inserto. In una lettera al Papa, Scaraffia denuncia «un clima di sfiducia». All'Huffpost la storica è stata più esplicita: «Sono almeno due mesi che vediamo la pubblicazione di articoli totalmente opposti rispetto alla linea del nostro mensile, è stato un processo di delegittimazione crescente».
Insomma, Scaraffia si è offesa e ingelosita perché voleva dettare linea, temi e nomi al nuovo direttore dell'Osservatore, senza che «Donne Chiesa mondo» diventasse «Donne Chiesa Monda». Quest'ultimo ha replicato con una nota della Sala stampa prendendo atto delle dimissioni, ringraziando la nutrita redazione femminile e precisando di non avere mai interferito e di essersi limitato «a offrire il mio doveroso contributo alla libera valutazione della professoressa Scaraffia e della redazione del supplemento».
Al quale «è stato confermato integralmente il budget ed è stata garantita la traduzione e la diffusione in altri Paesi nonostante la necessità generale di contenere i costi della Curia». L'inserto femminile continuerà comunque a uscire con altre collaboratrici.
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