Dopo una notte di colloqui, alla fine è stato trovato l'accordo sul clima: tetto massimo di 1,5 gradi e stanziamento di un fondo di 100 milioni ai Paesi più fragili. Il padrone di casa Mario Draghi è stato chiaro: siamo minacciati dall'aumento delle temperature che deve essere contenuto prima che sia troppo tardi ed il processo diventi irreversibile.
I termini dell'accordo
L'accordo tra Stati Uniti e Unione europea per la sospensione dei dazi su acciaio e alluminio "limiterà l'accesso ai nostri mercati di Paesi come la Cina, in cerca di 'acciaio sporco'", ha dichiarato il presidente degli Usa, Joe Biden, annunciando i dettagli dell'intesa assieme alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a margine della seconda giornata di lavori del vertice G20 di Roma. Biden ha ricordato come quello dell'acciaio e dell'alluminio siano uno dei settori a più alta produzione di carbonio attaccando i Paesi che danneggiano l'ambiente attraverso il "dumping" (concorrenza sleale). Stati Uniti e Unione europea "sono uniti nell'affrontare i più importanti problemi dell'agenda attuale e cercano di lavorare sugli interessi condivisi".
Inoltre, lo stesso accordo prevede che sarà fatto "un passo avanti verso la carbon neutrality e assicurerà pari opportunità alle nostre industrie. E' un'iniziativa chiave e lungimirante nella nostra agenda transatlantica", ha affermato la Von der Leyen nel corso di una conferenza stampa a margine dei lavori ringraziando Biden per l'accordo sul commercio di acciaio e alluminio tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti. "La ringrazio, signor presidente, per il suo annuncio che gli Stati Uniti rimuoveranno i dazi sull'acciaio e sull'alluminio statunitensi". Infine, come si legge sulla bozza della dichiarazione, i leader del G20 si impegneranno a "ridurre in modo significativo le emissioni collettive di gas serra, tenendo conto delle circostanze nazionali e rispettando i piani nazionali non vincolanti".
Fonti interne fanno sapere una presa di posizione importante come lo stop al finanziamento delle centrali a carbone, il contenimento delle emissioni di metano e la riduzione delle esportazioni di fonti di energia fossile Il principio fondamentale che hanno ricordato tutti i leader riguarda le responsabilità "comuni ma differenziate" da parte dei Paesi mondiali, ricordando la necessità di aiutare soprattutto i Paesi emergenti ad affrontare i costi della transizione energetica.
Il tetto di 1,5 gradi
L'appello ai partner è di agire in fretta, altrimenti "il fallimento e il disastro" come li ha definiti il premier Draghi saranno dietro l'angolo. "La lotta al cambiamento climatico è la sfida decisiva dei nostri tempi - ha esordito, aprendo l'evento alla presenza del principe di Galles, Carlo d'Inghilterra - o agiamo ora, affrontando i costi della transizione e riuscendo a portare la nostra economia su un percorso più sostenibile, oppure rimandiamo l'azione, pagando un prezzo molto più alto in seguito e rischiando di fallire". Il premier ha citato gli ultimi dati Onu e l'ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici: l'avviso è chiaro, "effettuare riduzioni immediate, rapide e sostanziali alle emissioni per evitare conseguenze disastrose".
Non li ha citati esplicitamente ma Draghi si è rivolto ad alcuni dei Paesi più inquinati e inquinanti al mondo come India, Cina e Russia più restii a sgiliare un patto sul tagli delle emissioni "Alcuni di noi si chiedono perchè stiamo portando il nostro obiettivo climatico da 2 gradi a 1,5 gradi. Come mai? Perchè lo dice la Scienza", afferma Draghi. "Dobbiamo ascoltare gli avvertimenti provenienti dalla comunità scientifica globale; affrontare la crisi climatica in questo decennio e onorare l'Accordo di Parigi e l'Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030", riporta l'Agi.
Lo sforzo per la transizione energetica
Trransizione energetica e climatica non riguardano soltanto l'ambiente ma la stessa economia, che rischia di essere messa in ginocchio se non si interverrà in tempo per ottenere le necessarie riduzioni delle emissioni di gas serra. "Non possiamo più rimandare tutto questo - incalza Draghi - Questa transizione richiede uno sforzo significativo e i governi devono essere pronti a sostenere i propri cittadini e le imprese attraverso di essa, ma offre anche opportunità per stimolare la crescita, creare posti di lavoro e ridurre le disuguaglianze". A proposito di clima, contemporaneamente al G20 inizia anche la Cop26 di Glasgow, considerata il punto di non ritorno. "Le decisioni che prenderemo oggi avranno un impatto sul successo del conferenza di Galsgow Cop26", ha aggiunto.
Gli obiettivi a breve, medio e lungo termine sono chiari: accelerare sulla decarbonizzazione e sul fronte delle energie verdi. "Dobbiamo utilizzare le risorse disponibili in maniera oculata". Ecco perché Draghi auspica "l'inizio di una campagna permanente" sul cambiamento climatico in cui ogni anno andrà verificato quanto si è fatto e quanto resta da fare visto che "i passi che sono stati ompiuti fino a ora" sulla lotta al cambiamento climatico "si sono dimostrati insufficienti".
Lo scontro Johnson-Macron
Nel corso del suo incontro con il presidente francese, Emmanuel Macron, il primo ministro britannico Boris Johnson ha ribadito "la sua profonda preoccupazione per la retorica del governo francese nei giorni scorsi" in merito al dossier pesca tra i due paesi "inclusa la proposta del primo ministro francese di punire il Regno Unito per aver lasciato l'Ue". Johnson ha affermato chiaramente come il governo francese debba ridurre questa retorica e ritirare le sue minacce.
La risposta di Macron ha fatto riferimento al Cop26 di Glasgow affermando come "debba essere un momento decisivo nella lotta ai cambiamenti climatici": da qui, Johnson ha ringraziato il collega francese per la leadership della Francia e il sostegno ai Paesi più esposti ai cambiamenti del clima.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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