Dubbi su test ed esami che ancora non esistono: ecco perché il passaporto sanitario è un miraggio

Manca uniformità per i sierologici e i tamponi non danno certezza di immunità

Dubbi su test ed esami che ancora non esistono: ecco perché il passaporto sanitario è un miraggio

Una patente per sconfinare in sicurezza. Per se e per gli altri, che certifichi che non si è malati. Più facile a dirsi che a farsi però. Il certificato di negatività, che continua a piacere ai governatori, soprattutto del sud, spaventati dall'arrivo dei lombardi in estate, pone in concreto diverse problemi. Chrisitan Solinas, il governatore della Sardegna ad esempio, ha parlato di test rapidi molecolari sulla saliva, che però in Europa e in Italia non sono disponibili e validati e hanno iniziato a circolare solo negli Stati Uniti, nel New Jersey. Ci sono aziende e consorzi di aziende che hanno annunciato di essere pronti a commercializzare i loro test anche in Europa, ma mancano le certificazioni. Impensabile che si possano utilizzare entro l'estate in Italia.

Ci sarebbero i test sierologici, che le regioni potrebbero richiedere ai turisti per fornire sicurezza e accogliere così persone senza problemi, da solo non basterebbe. Innanzitutto il test più attendibile e l'unico validato è quello che si effettua con un prelievo di sangue in un laboratorio ed eseguito tramite tecnologia diagnostica CLIA e/o ELISA. Il responso quindi non è immediato ma servono un paio di giorni, tempo molto variabile ovviamene a seconda della capacità diagnostica dei laboratori e della coda da smaltire. Ma le difficoltà non sono finite perchè il test certifica la presenza di due tipi di anticorpi, le IgM che dicono che siamo venuti a contatto con il virus di recente, le IgG in passato. Il responso che servirebbe a un turista è essere negativo alle IgM e positivo alle IgG che fotografa il fatto di aver contratto l'infezione in passato. Ma non basta, perché l'infezione potrebbe ancora essere presente e quindi il soggetto contagioso e per saperlo serve un tampone.

C'è da dire che la presenza di anticorpi non indica nemmeno se essi siano neutralizzanti ma soprattutto quanto duri la protezione: alcune persone potrebbero essersi infettate a gennaio ormai quasi cinque mesi fa, e non esiste certezza che siano ancora immuni.

Quindi il turista, per essere sicuro di non infettare nessuno, deve perlomeno avere un test sierologico con IgM negative e IgG positive e un tampone negativo. Ma sui tamponi arriva un altro nodo da sciogliere. La maggior parte delle Regioni che hanno liberalizzato i test fatti tramite privati, a fronte di presenza di anticorpi IgG positive costringono al tampone e qui i tempi si allungano: se anche può farlo lo stesso laboratorio privato bisogna attendere giorni, oppure lo si deve fare tramite ATS e anche qui serve tempo. Ma non è finita: i laboratori privati hanno l'obbligo di segnalare la positività al test alle ATS o medici di medicina generale e la persona deve attendere l'esito del tampone in quarantena.

Chi vorrà fare tutta questa complicatissima trafila in fin dei conti per andare in vacanza?

E soprattutto quanti giorni ci vorranno per ottenere una patente senza essere considerati untori e godersi finalmente il tanto agognato mare?

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