La Francia vive lo stato d'assedio, decretato dal presidente della Repubblica dopo gli attacchi terroristici di venerdì 13, con palese serenità, se non addirittura con indifferenza. Parigi è presidiata da militari in assetto di guerra, che passeggiano ovunque e sono guardati dai passanti come fossero in libera uscita, e da poliziotti armati fino ai denti che controllano i punti sensibili. Ma, malgrado la raccomandazione di non uscire di casa, se non in caso di urgente e assoluta necessità, i parigini si sono riversati nelle strade senza apparente paura e, contravvenendo un'altra raccomandazione, si sono radunati in piazza della Repubblica a manifestare il proprio orgoglio di appartenere alla Nation in questo momento difficile - e davanti al Bataclan - la sala concerti dove i terroristi hanno ucciso numerosi giovani - nonché al ristorante dove gli avventori che stavano cenando all'aperto sono stati a loro volta falciati, a manifestare la loro solidarietà alle vittime e alle loro famiglie. Un magnifico esempio, di civiltà. Forse molti parigini hanno paura, ma non lo danno a vedere, confermando la sensazione che gli attacchi abbiano prodotto un risultato imprevisto. Di fronte a un attacco che ha colpito la gente comune è scattata una reazione che i terroristi avevano probabilmente sottovalutato. Oggi, i terroristi possono dedurre che attaccare gente comune è stato un errore psicologico grave che, non solo ha compattato il Paese, ma ha prodotto un risultato opposto a quello che si proponevano: ha indotto la gente comune a mostrare di non avere paura e di voler affrontare gli eventuali rischi di altri attacchi con palese serenità, se non con coraggio. Se gli attacchi si proponevano di creare e diffondere la paura, si può ben dire che hanno fallito il loro scopo.Il terrorismo non è stato sconfitto militarmente ma pacificamente. Chi è andato a piazza della Repubblica e davanti al Bataclan ha sconfitto il terrorismo e la propria paura nel solo modo che era possibile in questo momento: disattendendo la raccomandazione di non uscire di casa e di non creare assembramenti. Le decine di morti e di feriti hanno creato uno stato emotivo forte che sarebbe sciocco sottovalutare, ma non il risultato che gli stessi terroristi avevano probabilmente preventivato.La Francia non ha paura e, ammesso che ce l'abbia, non mostra di averla, rivelando d'esse un Paese forte che nelle circostanze più tragiche e difficili tira fuori tutto il suo carattere. Se uno scontro di civiltà, o di modi d'essere, è quello che sta vivendo il Paese, a uscirne sconfitto è l'estremismo islamico e vittorioso è il laicismo repubblicano. Sono patetici e persino ridicoli, quegli italiani che continuano ad attribuire all'Occidente democratico-liberale e capitalista la responsabilità indiretta degli attacchi terroristici. Avrebbe fatto loro bene vedere come i francesi hanno reagito alla tragedia.Ho casa nel quartiere dove sono avvenuti gli attacchi, ma non ho avvertito, da parte di nessuno dei vicini, la benché minima reazione di paura. Ho finito con non averne manco io e sono uscito tranquillamente di casa per andare a colazione in centro.
Se la paura rischia di essere contagiosa, evidentemente lo è stata anche la serenità, il coraggio dai quali mi sono sentito circondato. La Francia è davvero un grande Paese. Viva la repubblica, viva la Francia! piero.ostellino@ilgiornale.it- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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