Limiti, precauzioni e poi? Il rompicapo delle riaperture non può prescindere dal tracciamento, almeno a guardare chi in Europa ha già riaperto, o si appresta gradualmente a farlo. Ma come realizzarlo senza farlo ricadere sulle tasche dei cittadini? E come evitare che si ripeta quanto accaduto sui voli «Covid free» diretti in Canada, in cui, tra il 22 febbraio e il 25 marzo, tra i 70.819 passeggeri presunti negativi testati alla partenza 1.094 avevano il virus?
Per tamponi «affidabili» servono in media tre giorni. E soldi per ripeterli. Perciò la Gran Bretagna offre ai cittadini due test rapidi Covid a settimana. Una precauzione per tornare al pub o in palestra. E per scongiurare focolai. Chiunque può richiedere test antigenici, anche gli asintomatici. In farmacia, centri attrezzati, o a casa in poltrona. I maggiorenni potranno ritirare una confezione gratuita da 18 test. Anche se per alcuni esperti, così facendo, Londra può incorrere in falsi positivi/negativi, Boris Johnson ha scelto di rischiare: ha allentato le restrizioni dal 12 aprile per dare ossigeno all'economia e alla salute sociale, ma ha pure messo in piedi un piano di fornitura nazionale che in 30 secondi punta a stanare gli asintomatici: circa un terzo dei malati Covid nella Perfida Albione.
Amsterdam ha studiato la riapertura partendo dai maxi-assembramenti. Ha valutato quanto e come il virus corra «al chiuso», nei club, con esperimenti sulla vita notturna: hanno riunito 1.300 giovani negativi al tampone a ballare per 4 ore in una delle più grandi arene d'Europa, lo Ziggo Dome. Gruppi divisi, con e senza mascherina, con sensori addosso e cocktail fluorescenti per tracciare le goccioline. L'intento? Capire come si diffonde il SarsCov2 nei concerti, con cui l'Olanda punta a riconnettersi.
Un esperimento simile c'è stato a Barcellona, nel primo grande «live» da inizio pandemia: accesso ai negativi all'antigenico. Nessun contagiato. La Cina è stato invece il primo Paese a inaugurare il passaporto vaccinale (si può «ordinarlo» su Wechat, con codice Qr che permettere di accedere alle informazioni sanitarie in ogni Paese). L'Europa, al solito, è divisa. I Paesi membri procedono a singhiozzi, tra certificati di avvenuta vaccinazione e test per viaggiare. L'Estonia ha lanciato una sua app, ma nessuno sembra guardare oltre il proprio database nazionale. Un caos. Sorge una domanda a Budapest, sul vaccino cinese: l'Ue accetterà il pass degli ungheresi immunizzati con un siero non approvato dall'Ema e della cui efficacia Pechino non sembra certa?
Domande, questioni aperte tra esempi virtuosi. La Grecia si è mossa per tempo: ha vaccinato 69 isole passando all'incasso delle prenotazioni. Israele, grazie al vaccino, saluta la mascherina all'aperto provando a «regolare» la popolazione più giovane. In Germania gli alunni delle scuole di Berlino da domani saranno testati due volte a settimana dagli istituti e per entrare nei negozi o gallerie sufficiente l'esito negativo del tampone rapido eseguito da almeno 24 ore: gratuito.
In Francia si insiste con la pubblicità in tv di una nonna che può riabbracciare i nipoti grazie al vaccino. E per chi viaggia c'è l'applicazione IccAokPass, promossa da Air France: un pass digitale che dà informazioni di volo, risultati dei test Covid e accesso prioritario.
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