«Bullismo» è la parola che torna più spesso, nei commenti dedicati all'episodio. Un professore cinese del Politecnico, prestigiosa università milanese, pochi giorni fa ha redarguito pubblicamente un suo studente, «colpevole» di aver indicato Taiwan come Paese di provenienza, in un modulo.
Il video della «lezione» è reperibile in rete, dura un paio di minuti ed è in effetti piuttosto sinistro, soprattutto in un momento di forti tensioni geopolitiche. «Taiwan è soltanto una regione soltanto una regione e non una nazione indipendente» asserisce il professore, secondo la traduzione.
Nato in Cina, 43 anni, il protagonista del caso - raccontato anche da Taiwan news - è Chen Zhen, è docente a contratto a Milano da quasi 10 anni e insegna «Architecture and town in China». Nella videolezione esordisce in inglese, rivolgendosi a un certo numero di studenti, poi con tono teso e assertivo annuncia di voler parlare con W. (lo studente) di una tema che «non riguarda la tesi» e quindi non interessa gli altri. Quindi dà il via a quella che chiama «una chiacchierata», una chiacchierata unilaterale e imposta a un interlocutore in posizione di oggettiva subalternità per ragioni «istituzionali». Così, inizia a disquisire sulla condizione politica e internazionale di Taiwan, Paese del Pacifico su cui Pechino avanza mire sempre più pressanti, considerandolo - appunto - alla stregua di una provincia ribelle. «Nei dati personali hai scritto Taipei, Taiwan» premette il professore, poi passa a «esplicitare» come «tutta l'Unione europea» consideri Taiwan come «parte della Repubblica popolare cinese». «Dovresti sapere - scandisce con l'indice alzato - che nessun Paese europeo e la maggior parte dei Paesi del mondo, riconosce pubblicamente Taiwan come una nazione indipendente». Si addentra su questioni costituzionali che esulano dalla sua competenza. «Capisco la tua generazione - concede con tono paternalistico - la vostra educazione vi porta ad avere un'identità nazionale diversa dalla nostra», ma poi conclude: «Taiwan non è mai stato il nome di una nazione indipendente», anche se «il vostro governo può fare dei giochi di parole» e «manipolare e ingannare il popolo».
Ora, la questione dal punto di vista del diritto e della politica internazionale è molto delicata, soprattutto in questa fase. Taiwan ha una sua fisionomia statuale e una sua indipendenza (peraltro difesa dalla grandissima parte dei cittadini), da molti anni intrattiene rapporti commerciali e diplomatici con moltissimi Paesi del mondo - anche se formalmente è riconosciuto da 13 Stati (fra cui il Vaticano) - e soprattutto esercita di fatto la sua sovranità sulla popolazione (consistente, oltre 20 milioni di abitanti) e su un territorio preciso, quello che comprende l'isola di Formosa (nome latino di origine portoghese) e tre arcipelaghi. Non si vede perché il diritto umano e civile di uno studente di considerarsi cittadino di Taiwan debba essere negato da un professore, per ragioni meramente politiche, nel corso di una «lezione» pubblica ma individuale.
Ascoltato il video, il senatore Lucio Malan (FdI) ha preannunciato che chiederà conto al governo della vicenda, e anche l'ex sottosegretario agli
Esteri Gianni Vernetti (Pd) ha chiesto la sospensione del docente al Politecnico che - per ora - si limita a far sapere di aver attivato le procedure interne volte a verificare il rispetto del Codice etico e di comportamento».
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