La trattativa tra l'Europa e l'Italia entra adesso nel vivo. Dopo la manovra licenziata dal governo, dopo la doppia bocciatura dell'Ue e gli scontri degli altri giorni, l'esecutivo gialloverde sembra aver deciso di scendere a patti con Bruxelles. Almeno a parole. Il fatto è che se Salvini dice di essere pronto a ritoccare i decimali (si parla del rapporto tra Deficit e Pil), il sottosegretario all'Economia Laura Castelli (M5S) teme che l'Ue chieda un "rene" in cambio dell'approvazione al ddl Bilancio. E Mario Monti? Sta alla finestra e già evoca la Troika.
Ospite di Serena Bortone ad Agorà, l'ex premier ha analizzato la situazione economica e politica del momento. E poi, su richiesta della conduttrice, ha commentato l'intervista della Castelli al Messaggero in cui la grillina afferma che "noi siamo per il dialogo" con l'Ue sulla manovra, "ma bisogna capire a quale prezzo. Se si tratta di dare un rene o di qualcosa di più". "Qui si entra nella patologia - ha detto Monti, che vive da tempo senza un rene - Si vive benissimo se si adottano provvedimenti di prudenza".
Il ragionamento del senatore a vita non è medico, ma politico: "Si può vivere benissimo ma è meglio evitarlo - ha spiegato - Se il patriottismo di partito facesse sì che un partito considera l'asportazione del proprio rene qualcosa di riduttivo al reddito di cittadinanza e l'altro partito considerasse l'asportazione del proprio rene difficoltà ad applicare la riforma della Fornero, allora sarebbe molto difficile che il Paese andasse avanti senza alcun rene". In quel caso servirebbe un intervento: "E chissà che la dialisi non debba prendere forma a quel punto di somministrazione da parte della Troika".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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