E noi dobbiamo fidarci di chi ci vuole morti?

di Fiamma Nirenstein

N on si tratta di fare moralismi, di piangere sui poveri bambini iraniani, ma di capire per tempo cosa si può preparare per noi. É dai tempi della guerra Iran-Iraq negli anni '80 che inorridivamo sapendo che gli legavano al collo una chiave di plastica, quella del Paradiso, dandogli il viatico per camminare sui campi minati su cui sarebbero poi passati i soldati. Con che cosa abbiamo a che fare quando sentiamo parlare da parte della agenzia di notizie Raja News, quella della Guardia Rivoluzionaria che è il più terribile lupo da guardia della rivoluzione islamica, tutta fiera, dell'apertura della «città dei giuochi per bambini rivoluzionari». Possono i bambini essere rivoluzionari? Eccome, e possono fare grandi danni oggi e domani quando cresceranno. Nei campi di morte di Pol Pot impararono a ammazzare i loro genitori. A Gaza imparano a usare le armi quando ancora non hanno raggiunto i dieci anni, e poi li ritroviamo carichi di tritolo pronti a farsi saltare per aria per ammazzare gl israeliani in nome di Allah. I bambini dell'Isis crescono con lauree su come sparare in testa agli infedeli o a cercare di usare le loro piccole forze per staccargliela dal busto, un'arte che viene coltivata in Iraq e in Siria. Ma il caso dell' Iran è molto fastidioso perchè ormai sono una paio d'anni che le trattative e poi l'accordo dell'estate scorsa ci hanno costretto a ignorare le sue mostruosità per mettere in primo piano i sorrisi di Mohammad Javad Zarif, il gente ministro degli esteri. Adesso fra violenze e violazioni di diritti umani, ecco i bambini condotti per dodici stazioni in un «parco giochi» a combattere i nemici della rivoluzione e soprattutto allenati nell'odio antisraeliano e del nemico sunnita, e dove possono felici sparare proiettili di plastica in faccia a Netanyahu e a membri della famiglia reale saudita. I bambini, spiegano, compiono queste e altre attività per realizzare il magnifico compito della loro nazione, la guida del mondo, di schiacciare gli infedeli, di imporre la vera religione e consentire la venuta del Mahdi, il messia sciita. Uno scopo supremo, per cui si può distruggere, uccidere, creare una guerra di distruzione.

É una fabbrica di terrorismo programmatica, che si accompagna a violazioni accertate degli accordi sul nucleare, all'incremento di sperimentazioni di missili balistici, all'uso dell'esercito in Siria, in Iraq, in Yemen, in LIbano... Questo è l'Iran, parco di divertimento religioso-militare in cui, armati fino ai denti, piccoli uomini crescono.

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