Il Pd di Enrico Letta disegna strade nuove per il welfare italiano, anche per sottrarsi alle difficoltà quotidiane di un'esperienza di governo nella quale recita soprattutto un ruolo da comprimario. Sullo sfondo, però, resta sempre la minaccia di nuove tasse che per il principale partito di centrosinistra sono il principale «motore» di ogni iniziativa. Potrebbe essere il caso anche dell'ambizioso «ddl Condivisione» presentato ieri al Senato da Tommaso Nannicini e dall'ex ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli.
Cinque mesi di maternità obbligatoria con stipendio assicurato al 100% (oggi all'80%) e cinque mesi di paternità obbligatoria. Part time di coppia agevolato «alla tedesca» utilizzabile per 12 mesi fino a sei anni dalla nascita o adozione del figlio o, in alternativa, lavoro agile di coppia, utilizzabili solo se li prendono entrambi i genitori. Per le aziende si prevedono anticipi delle indennità da parte dell'Inps per le piccole imprese e sgravi contributivi per sostituzioni maternità e paternità e per il part time di coppia. Nannicini, economista bocconiano ed ex consigliere economico di Renzi, ha specificato che «le riforme a costo zero non esistono, questa riforma costa ma serve al Paese». L'obiettivo, infatti, è nobile: coinvolgendo il padre (o il «genitore 2» in quanto il ddl è rivolto anche alle coppie omosessuali con figli) nella cura dei figli, le donne possono sperare di raggiungere quella parità salariale che il mercato del lavoro finora non ha riconosciuto scontando nelle retribuzioni il «premi di rischio» delle assenze per maternità delle donne.
Il problema, come spesso accade quando il Pd e i suoi alleati si cimentano con le politiche per il welfare, è nei costi. Si stima che questa riforma costi complessivamente 4 miliardi di euro. Se approvato, la copertura del ddl sarebbe garantita per 500 milioni dal Fondo sociale per l'occupazione e per 3,5 miliardi di euro dal Fondo da 30,6 miliardi connesso a Next Generation Eu per finanziare opere escluse dal Pnrr. Il cosiddetto «Fondone», però, ha una durata di dieci anni. Secondo Nannicini, trattandosi di uno «scostamento strutturale» le risorse potrebbero essere utilizzate su base pluriennale per evitare che «la Ragioneria se le riprenda per ripagare il debito».
Una simile provvedimento presentato in Senato dal Pd nel febbraio 2020 aveva obiettivi molto più moderati (dieci giorni di congedo obbligatorio di paternità). In quel caso la copertura era assicurata da un incremento dallo 0,2 all'1% della Tobin Tax sulle transazioni finanziarie e da un prelievo del 2% sulle vincite alle videoslot.
Ipotesi dolorose per risparmiatori e giocatori, ma che comunque avrebbero assicurato la stabilità nel tempo del provvedimento. E che, se il ddl Condivisione andrà avanti, potrebbero ricomparire sulla scena ove mai le risorse fossero insufficienti o limitate.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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