E la Polonia si scopre delusa da Trump

Il presidente Andrzej Duda è stato il primo a cercare un avvicinamento, ma la sua recente visita a Washington si è conclusa con una pubblica umiliazione

E la Polonia si scopre delusa da Trump
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L'ultima cosa che si aspettavano a Varsavia era il fuoco amico. Invece il ciclone di Donald Trump si sta rivelando una sfida inaspettata per l'altro Donald, Tusk, il cui governo pensava di poter godere di un certo credito grazie a quel quasi 5 per cento di Pil all'anno destinato ad armi e difesa, altro che il 2 per cento verso cui ancora arrancano alleati storici dell'America.

La Polonia, su questo terreno, aveva le carte in regola e, come capita ai primi della classe, amava sbandierarlo ai quattro venti. Non solo per vantarsi con gli amici, ma anche per impressionare i nemici, a Mosca.

Chi invece non si è lasciato impressionare è stato proprio Trump, che pure durante il suo primo mandato aveva trattato Varsavia come un figlio prediletto in quell'Europa da strapazzare a destra e a manca. Tanto da averla predestinata a ospitare gran parte del contingente militare statunitense stanziato da decenni in Germania. Una carota per Varsavia e un bastone per Berlino: floride realtà di provincia tedesche, nel profondo ovest del paese, prosperano per la presenza dei soldati a stelle e strisce. Ecco, quell'indotto sarebbe andato a rimpinguare le casse di altrettante cittadine polacche.

La pandemia prima e la vittoria di Joe Biden dopo fermarono il piano, ma i polacchi avevano conservato memoria di quella benevolenza. E invece la gestione dei rapporti con il secondo Trump e con il suo entourage si è rivelata assai più ostica.

Il presidente Andrzej Duda è stato il primo a cercare un avvicinamento, ma la sua recente visita a Washington si è conclusa con una pubblica umiliazione, quando Trump lo ha fatto attendere per oltre un'ora prima di dedicargli svogliatamente appena dieci minuti. Poi è scoppiato il plateale litigio tra Elon Musk e il ministro degli Esteri polacco Radosaw Sikorski, nato dalla minaccia di disattivare Starlink in Ucraina. Sikorski era intervenuto sottolineando il finanziamento di Varsavia e minacciando di cercare alternative, Musk (spalleggiato dal Segretario di Stato Marco Rubio) aveva replicato minimizzando il contributo polacco e definendo Sikorski un «piccolo uomo». Ma ad alcuni osservatori più attenti non era sfuggita la pubblicazione, qualche giorno prima sulla rivista statunitense The Atlantic, di un lungo articolo critico dell'intellettuale americana e moglie del ministro polacco Anne Applebaum dal titolo «Il problema di Elon Musk in Europa», focalizzato sulle ingerenze degli «oligarchi tecnologici» nelle elezioni europee. Insomma, forse battibecco nato su sfondo familiare che politico, ma la cosa non tranquillizza, anzi.

Così anche la Polonia vive la fine del suo sogno americano e si è messa alla ricerca di una nuova strategia per garantire la propria sicurezza.

Nei suoi recenti interventi Tusk invita a un realismo senza illusioni nei confronti di Trump, sottolinea l'importanza di un'Europa consapevole dei propri interessi e capace di assumersi la responsabilità della propria sicurezza. Solo così sostiene si potrà mantenere aperta la cooperazione con gli Usa, evitando però di dipendere dalle sue incertezze.

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