Roma. Il decreto attuativo della norma della legge di Bilancio 2019 che istituisce il Fondo indennizzo risparmiatori (Fir) è stato bloccato da due differenti problematiche. In primo luogo, le normative europee impediscono di erogare risarcimenti indistinti ai risparmiatori coinvolti nei bail in salvo l'accertamento del cosiddetto misselling, ossia la proposta di titoli azionari e obbligazionari senza la chiara indicazione del rischio connesso a questo tipo di investimento. La seconda difficoltà è derivante dalla prima. Ove mai si accertasse l'illiceità di un rimborso, il funzionario che l'ha erogato sarebbe perseguibile per danno erariale. Per questi motivi il varo del decreto è stato ritardato di oltre due mesi.
Innanzitutto, occorre partire dalle misure della manovra. Il Fir, dotato di uno stanziamento di 525 milioni per ciascun anno del triennio 2019-2021 (1,575 miliardi complessivi), è destinato ai risparmiatori degli istituti coinvolti nei recenti crac: Banca Marche, Banca Etruria, Banca Etruria, CariChieti, CariFerrara, Veneto Banca e Popolare Vicenza oltre alle Bcc Crediveneto e Padovana (non c'è Mps perché non è stata risolta; ndr). Sono incluse anche le controllate. Il ristoro per gli azionisti può raggiungere il 30% del costo di acquisto, entro il limite di 100mila euro per ciascun risparmiatore. Per gli obbligazionisti subordinati si può arrivare al 95% del costo di acquisto, sempre entro i 100mila euro. Dunque se questi ultimi avessero già beneficiato delle precedenti misure del governo Gentiloni, potrebbero vedersi riconosciuto un ulteriore 15 per cento. Per risparmiatori si intendono non solo le persone fisiche, ma anche imprenditori individuali, associazioni e microimprese (cioè con meno di 10 occupati e un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 2 milioni di euro). La priorità nei rimborsi è appannaggio di coloro che nel 2018 hanno registrato un Isee sotto i 35mila euro.
Per quanto riguarda lo «scudo» anti-danno erariale il decreto dovrebbe individuare nella Consap, controllata dal Tesoro, l'ente erogatore dei rimborsi in modo tale da sollevare dirigenti e dipendenti da responsabilità individuali. Molto più problematico il rischio di contenzioso con Bruxelles: era stata valutata la possibilità di inserire una soglia (35mila euro di reddito e massimo di 100mila euro di patrimonio) come presupposto per ricevere prima gli indennizzi. Il Movimento 5 Stelle, come evidenziato ieri sera dal ministro Fraccaro, non gradiscono per salvaguardare l'automatismo delle procedure di rimborso. Allo stesso modo è stato stoppata l'introduzione di una procedura arbitrale per avere accesso ai risarcimenti.
Questo sistema avrebbe evitato parzialmente le contestazioni dell'Ue, ma M5s (e anche la Lega) preferiscono quanto previsto: una commissione tecnica di nove membri in capo al ministero dell'Economia. Gli indennizzi non escludono l'avvio di una causa civile.GDeF
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