"Ebrei attenti all'Italia". Per Israele ora siamo Paese a "rischio giallo"

Il Consiglio di sicurezza di Tel Aviv ci colloca in una fascia critica: pericolo di aggressioni

"Ebrei attenti all'Italia". Per Israele ora siamo Paese a "rischio giallo"
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L'Italia è gialla su una mappa su cui si arriva al rosso scuro, nella nobile gara dell'antisemitismo internazionale. Non è al massimo della vergogna, ma è al secondo livello su quattro; purtroppo, non è color turchese come i Paesi per i quali si può partire senza angoscia. Insomma l'indicazione del Consiglio Nazionale di Sicurezza di Israele, per noi è triste: se un ebreo o un cittadino israeliano ha programmato un viaggio a Roma o a Firenze, è meglio che lo rimandi o almeno che stia molto attento. Arancione e rosso: fermi a casa. Giallo: stai molto attento, ebreo. C'è pericolo, in generale, di aggressioni antisemite, di violenza. Il testo che accompagna la mappa in cui sono classificati 80 Paesi, è drammatico e specifico: «Dall'inizio della guerra ci sono stati molti sforzi da parte dell'Iran e dei suoi affiliati, incluso Hamas e la Jihad Islamica, di colpire israeliani ed ebrei in tutto il mondo. Su questa base e a causa della crescita del livello di incitamento e della crescita dell'aggressione e dell'antisemitismo nel mondo, il Consiglio raccomanda di riconsiderare qualsiasi viaggio non essenziale di questi tempi». In un mondo stucchevolmente avvolto nelle retoriche antirazziste, interreligioso, interraziale internazionalista, a 75 anni dalla Shoah, gli ebrei, proprio loro, sono consigliati al tempo delle vacanze di Hanuccah di restare a casa; e ormai è tutto il mondo o quasi che a gradazioni diversi, soffre della malattia mortale dell'antisemitismo e secondo le indicazioni del Consiglio, se ci si deve proprio andare è meglio togliersi la kippà o la stella di David, di non parlare di politica con nessuno, di evitare l'ebraico. Non a caso proprio oggi si svolge una manifestazione contro l'antisemitismo, speriamo che sia imponente, che faccia paura a chi vuole far paura. Sulla carta israeliana i Paesi più scuri sono quelli a maggioranza musulmana, gialli sono anche la Francia, l'Inghilterra, la Germania, verde solo gli Usa, e a torto perché ormai le aggressioni antisemite sono all'ordine del giorno; e vengono assolti anche il Canada, la Groenlandia e la Mongolia. Ma sono ormai in tutto il mondo le manifestazioni in cui si è urlato «morte agli ebrei» (Parigi, Berlino, Londra) e «Hamas uccidi gli ebrei» o «Aprite i confini uccidiamo gli ebrei» (Milano) o «Rivedrete Hitler all'inferno» (Bologna) sventolando la bandiera palestinese; ed è diventato difficile, anzi impossibile nelle scuole e nelle università difendere le ragioni di Israele davanti a una folla di giovani ignoranti i cui urli sono avallati da professori che firmano documenti contro Israele e ripetono a pappagallo slogan fasulli, in cui Israele è colonialista, imperialista, in cui i poveri palestinesi soffrono a causa degli ebrei, e non, come nella realtà, in cui rifiutandone ogni proposta da decenni ne cercano la cancellazione, e ieri ne hanno ucciso i bambini e le madri, bruciato vive le famiglie, stuprato e ucciso le ragazze. L'odio condiviso in gradazioni diverse dal resto dal mondo, si esibisce ora ovunque in seguito alla strage più grande che gli ebrei abbiano subito dalla Shoah: prima l'antisemitismo si posò sulla religione, poi sulla razza, ora sullo Stato. Ogni volta ha distrutto il mondo intero, l'odio nazifascista per gli ebrei ha travolto l'Europa, quello del fanatismo woke-islamico rischia di trascinarla in un baratro di sangue, scoppi, coltellate.

Se ne vedono già i bagliori. E dove Israele riuscirà a resistere perché ha formato una muraglia indispensabile, l'Europa gialla, arancione, rossa, rischia di venire travolta dalla forza dell'odio contro la società democratica e occidentale.

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