Quali delle intercettazioni che inguaiano tante toghe coinvolte nel caso Palamara saranno utilizzate nel processo per corruzione e quali distrutte? Domani il gip dovrà deciderlo all'udienza stralcio a Perugia, in cui si confronteranno i pm Gemma Milani e Mario Formisano e gli accusati con i loro legali, a cominciare dall'ex presidente dell'Anm, divenuto il simbolo delle manovre correntizie sulle nomine.
Anche se dietro le quinte, sarà il battesimo di fuoco per il nuovo capo della procura, Raffaele Cantone, nominato dal Csm un mese fa e insediatosi in anticipo con l'autorizzazione del ministero della Giustizia.
La questione delle intercettazioni è molto delicata perché più materiale sarà salvato e più magistrati e politici saranno coinvolti o anche solo infangati. La scelta del gip influirà sul processo disciplinare che il 21 luglio alle 14 inizierà al Csm contro Palamara, il magistrato fuori ruolo e deputato di Italia Viva Cosimo Ferri e 5 membri dimissionari di Palazzo de' Marescialli.
Sarebbero due le linee di pensiero: distruggere tutto ciò che non è rilevante per il processo penale per corruzione e trascrivere solo una parte degli ascolti tradizionali (febbraio-aprile 2019) sui telefoni dell'ex pm di Roma, sia con il Trojan (da maggio 2019) oppure conservare tutto, anche perché potrebbe servire appunto al processo disciplinare per far luce sul «sistema» delle nomine, come sostiene la difesa di Palamara.
Tra gli spiati c'è Ferri e, secondo la Corte costituzionale, un parlamentare non può essere intercettato senza l'autorizzazione della Camera. La stessa pm Milani, infatti, il 10 maggio 2019 raccomanda alla polizia giudiziaria di «non attivare il microfono» se rileva con certezza che Palamara parla con un membro del parlamento, perché non sarebbe intercettazione «occasionale». In realtà, più volte le chiacchierate con Ferri e il dem Lotti vengono regolarmente registrate, anzi risultano fondamentali per dimostrare le trame soprattutto per la nomina del nuovo procuratore di Roma, dopo Pignatone, nell'incontro famoso all'hotel Champagne.
Per i pm sarebbero intercettazioni casuali ma Ferri ne contesta l'utilizzabilità, come Palamara e altri imputati come Spina. Anche un estraneo al processo penale, ma sotto disciplinare, come Paolo Criscuoli (nella riunione in hotel la sua voce non è registrata ma si autodenuncia al vicepresidente del Csm Ermini), si oppone alla distruzione dei file audio che impedirebbe la verifica delle trascrizioni. Ancora non è chiaro, peraltro, se intercettazioni presentate in un processo penale possano essere utilizzate nel disciplinare.
Di punti interrogativi ne rimangono molti perché ancora neppure si sa da chi sarà formata la sezione disciplinare il 21. Con la nomina di 4 nuovi supplenti il numero complessivo nella sezione è di 20 su 24 consiglieri del Csm. Scelta delicata perché in tanti figurano nelle intercettazioni, da Ermini a Cascini o vengono chiamati come testimoni, dal Pg generale Salvi a Davigo e si dovranno astenere.
Il Csm, il cui plenum oggi al Quirinale ratificherà la nomina di Pietro Curzio (Magistratura democratica) a primo presidente della Cassazione completando un vertice tutto di sinistra, si prepara
ad un processo »monstre», cui si è arrivati in gran fretta, mentre altri più vecchi sono stati rinviati di 4-5mesi. Ma il 24 luglio si sospende l'attività giurisdizionale fino al 7 settembre: che si potrà fare in 3 giorni?
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