Arriva in extremis il decreto legge per permettere ai grandi elettori positivi o in quarantena per il Covid di partecipare alle votazioni per il Quirinale. Una trentina di persone che rischiavano di essere escluse dall'elezione del capo dello Stato. Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il provvedimento invocato nei giorni scorsi dai partiti. Gli elettori positivi al virus «sono autorizzati, previa comunicazione all'azienda sanitaria territorialmente competente, agli spostamenti con mezzo proprio o sanitario sul territorio nazionale, per il tempo strettamente necessario alle operazioni di voto esclusivamente per raggiungere la sede del Parlamento e fare rientro nella propria residenza o dimora». Durante la trasferta verso la Capitale e all'interno della città «sono tenuti al rispetto delle seguenti prescrizioni: divieto di utilizzo dei mezzi pubblici; divieto di sosta in luoghi pubblici; divieto di entrare in contatto con soggetti diversi da coloro che sono preposti alle operazioni di voto; divieto di pernottamento e consumazione dei pasti nei luoghi diversi da quelli indicati come sede di isolamento o quarantena; obbligo di utilizzo costante, all'aperto e al chiuso, dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo Ffp2».
Di fatto il decreto consente a tutti di poter raggiungere Montecitorio dai luoghi di quarantena o di isolamento magari a centinaia di chilometri di distanza. Una richiesta che era arrivata al governo anche dal presidente della Camera Roberto Fico dopo la spinta di Forza Italia e Fratelli d'Italia, a cui si sono aggiunti gli altri partiti. Ed è in fase di allestimento in queste ore in via della Missione un seggio drive-in in cui i positivi potranno votare da lunedì. Una sorta di tensostruttura ma non è ancora chiaro se i grandi elettori potranno o dovranno votare rimanendo in auto (come ai drive in in cui si fa il tampone rapido anti Covid) o se voteranno normalmente all'interno dei gazebo. La linea sembra essere quella di farli accedere in macchina al parcheggio e consentire di imbucare la loro scheda nell'urna senza che debbano scendere dal mezzo. Ma i dettagli sono attesi nelle prossime ore dai questori della Camera che decidono su regole e logistica delle votazioni.
Di certo nell'area adibita al voto all'esterno di Montecitorio ci saranno due segretari d'aula e vari funzionari della Camera, per assicurare il rispetto delle norme regolamentari e garantire «la segretezza, la sicurezza e la contestualità del voto, le stesse che sono assicurate all'interno dell'aula, in coerenza con le disposizioni costituzionali dettate a presidio delle libertà dei parlamentari», è stato stabilito durante la conferenza dei capigruppo. Modalità però che vengono già bocciate dai virologi: «Se possono votare in sicurezza che lo facciano, tutto questo casino per trenta persone mi sembra esagerato. Se un positivo si mette guanti e mascherina la possibilità che la scheda sia infetta è pari a zero», dice Andrea Crisanti. Stessa linea l'infettivolgo Matteo Bassetti: «L'idea di far votare i grandi elettori positivi in un parcheggio, magari creando code e intasamenti, e non farli entrare alla Camera, è sbagliata.
Possono entrare in una zona separata della Camera e votare in tutta tranquillità». Invece secondo Massimo Andreoni del Policlinico Tor Vergata di Roma «è un sistema già utilizzato in altri contesti della pandemia e credo sia valido anche in questo caso».
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