Furioso per essere finito al centro della bufera per la questione relativa alla nave Gregoretti che vede imputato Matteo Salvini, l'allora ministro dei trasporti Danilo Toninelli minaccia ritorsioni contro gli organi di stampa cha continueranno ad abusare dell'espressione "non ricordo di aver firmato il decreto" e ad associarla a tale vicenda.
La difesa di Salvini ha raccolto ogni testimonianza mirata a documentare il coinvolgimento di vari membri del governo, tra i quali sono ricordati anche un tweet di Conte e diversi post dello stesso Toninelli. Lo stesso che, celebrando la scelta politica di chiudere i porti, scriveva sui social: "Non abbiamo obbligo di sbarco". Tutte prove che saranno utilizzate nel processo, così come il video in cui il premier Conte "parla del governo e del ruolo dell'esecutivo nella decisione sugli sbarchi in Italia di migranti come idea condivisa", spiega l'avvocato Giulia Bongiorno. Questi ed altri elementi sono "nella memoria difensiva già depositata agli atti del procedimento", rivela ancora il legale del leader del Carroccio.
L'attacco di Italia Viva
Una frase, quella contestata, che ha scatenato perplessità e battute al vetriolo anche da parte degli alleati (almeno fino a questo momento ancora è così) di Italia Viva, che hanno affondato il colpo in modo decisamente esplicito."Tra tutte le motivazioni che si possono dare in un tribunale, 'non ricordo' (cito testualmente) è la meno credibile per uno che ha fatto il ministro per oltre un anno. Toninelli sa che a firmare quel decreto ci fu anche lui. Se ne assuma la responsabilità", ha dichiarato tramite Twitter il deputato di Italia Viva Marco Di Maio.
Ancora più pesante il commento della collega di partito di Di Maio, Vicepresidente vicario di Italia Viva al Senato, Laura Garavini."Gravi e imbarazzanti i non ricordo di Toninelli. Si trattava di decidere sulla vita di centinaia di profughi. Donne, bambini, giovani vite in pericolo, in mare. Come può l'ex ministro non ricordare che posizione avesse assunto rispetto al salvataggio di vite umane?".
La difesa di Toninelli
Lo stesso Toninelli non ha comunque perso tempo a replicare a quanti lo hanno fatto bersaglio di ironia e biasimo per l'accaduto, puntualizzando in una nota la sua posizione. "Stanno circolando versioni gravemente alterate e false della mia deposizione sul caso Gregoretti", ha spiegato l'allora ministro dei Trasporti, come riporta ItalPress. "Non esiste alcuna mia dichiarazione su una fantomatica firma del decreto relativo alla nave Gregoretti a me attribuibile in quanto, ed è un dato oggettivo", aggiunge il grillino, "nessun provvedimento di divieto di sbarco è stato mai assunto con riferimento a tale imbarcazione. Ed è ovvio perchè si tratta di nave militare dello Stato italiano".
Toninelli specifica che il vuoto di memoria sarebbe relativo ad un'altra situazione, nella quale ad essere imputato resta comunque l'ex vicepremier Matteo Salvini. "Non esiste alcun mio 'non ricordo di aver firmato il decreto' per il semplice fatto che non vi è mai stato un decreto per tale vicenda. Il mio 'non ricordo' si riferiva ai decreti di divieto di sbarco per la nave dell'ong Open Arms. Fatti, questi, intorno ai quali ho deposto in termini di verità e trasparenza.", puntualizza l'ex ministro, che poi passa alle minacce."Diffido, pertanto, le testate giornalistiche dal continuare la diffusione di una notizia falsa, riservandomi il diritto di querela".
Lo sgomento di Bongiorno e la relazione Gasparri
A restare basita per l'atteggiamento del senatore pentastellato è anche Giulia Bongiorno, senatrice del Carroccio e legale di Matteo Salvini. "Tantissimo imbarazzo per Toninelli. Tutto mi sarei aspettata, ma non dire 'no, non partecipavo, non mi ricordo'. Io ero in quel governo e ricordo benissimo quello che accadeva. Prendevano tutte le decisioni insieme", rivela l'avvocato. "C'erano Toninelli, Moavero, il presidente Conte, Salvini e Di Maio. Io che non facevo parte di quelle riunioni, ma ricordo lucidamente che scrivevo a mio figlio che avrei fatto notte, perché nella stanza accanto stavano decidendo chi fare sbarcare e chi no". La conferenza stampa della Bongiorno, riportata da LaPresse, si conclude con la ripetizione di un concetto già espresso in tante altre occasioni: "Salvini ha sempre detto che rivendica la linea del Conte 1 e che è una linea condivisa da tutti i ministri competenti".
Sulla questione è intervenuto anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che si dice certo di avere le prove del coinvolgimento dell'ex ministro, già prodotte in una sua relazione:"Nel caso Gregoretti i magistrati farebbero prima a leggere la relazione che ho presentato all'aula e che solo per motivi di pregiudizio politico vide il dissenso di alcuni. Il coinvolgimento dell'intero governo, con Toninelli, con Conte e con tanti ministri nella gestione della vicenda Gregoretti, è palese ed è dimostrato nei fatti. La mia puntuale relazione lo dimostra", dichiara il senatore azzurro, come riportato da LaPresse. "I magistrati invece di far perdere tempo alla giustizia italiana, che dovrebbe fronteggiare ben altre urgenze, leggano le mie pagine e troveranno le loro risposte. Salvini ha agito di intesa con l'intero governo. Ci sono prove palesi e incontestabili del coinvolgimento dei vari Toninelli e Conte. Ripeto, basta leggere le carte. I magistrati non perdano tempo. Quel che ho scritto io è chiaro, incontestabile, definitivo. Salvini non deve andare a processo", aggiunge ancora Gasparri. "Le norme vigenti, la Legge Costituzionale n.1 del 1989, prevedono procedure e casistiche che in questo caso sono evidenti. Soltanto ignoranza e faziosità consentono di tenere in piedi questa vicenda. Le posizioni di Conte e Toninelli sono vistose e se negassero la realtà dei fatti farebbero una ben magra figura, cosa che Toninelli mi pare abbia già fatto", conclude.
I post incriminati
Ed in effetti, tanti sono i riferimenti citati dalla difesa di Salvini, a riprova del coinvolgimento di altri membri del governo, compreso lo stesso Toninelli. "Anche la Corte di Strasburgo dà ragione al Governo e torto a Sea Watch. Dobbiamo garantire ai migranti viveri, cure e assistenza adeguata. Ed è quello che stiamo facendo. Ma non abbiamo obblighi sullo sbarco. E non li faremo sbarcare finché la Ue non batte un colpo. Avanti così". Queste le parole di Toninelli in data 29 gennaio 2019 , dopo l'ennesimo scontro sul caso Sea Watch, riportate da AdnKronos. Ai "non ricordo" dello smemorato Toninelli, Giulia Bongiorno ha replicato mostrando questo ed altri Tweet, così come estratti di interventi pubblici o interviste."C'è qualcuno che favorisce la partenza dei barconi della morte, ma il governo del cambiamento non è più disposto ad accettare questo stato di cose. L'Olanda conosceva da subito i reali intendimenti della Sea watch", dichiarava Toninelli il 26 gennaio del 2019, riferendosi ancora una volta al caso Sea Watch. Facendo un balzo indietro nel tempo di sei mesi circa, lo stesso ex ministro così si esprimeva: "Da alcune ore c'è una imbarcazione con 450 persone a bordo che naviga nel Sar maltese. Per la legge del mare è Malta che deve inviare proprie navi e aprire il porto. La nostra Guardia costiera potrà agire se serve in supporto ma Malta faccia subito il suo dovere" (13 luglio 2018). Un commento condiviso dallo stesso Giuseppe Conte il giorno successivo, a riprova del fatto che vi fosse una linea compatta sul delicato tema immigrazione e sbarchi."Francia e Malta prenderanno rispettivamente 50 dei 450 migranti trasbordati sulle due navi militari, a breve arriveranno anche le adesioni di altri paesi europei. È un risultato importante ottenuto dopo una giornata di scambi telefonici e scritti che ho avuto con tutti i 27 leader europei. Finalmente l'Italia inizia a essere ascoltata davvero", cinguettava il premier. Entusiasta per il risultato conseguito dal governo del cambiamento, Toninelli replicava: "Su migranti più risultati in 45 giorni che in tanti anni. Complimenti a Conte. Il governo del cambiamento sta ribaltando gli schemi. Con questa riconquistata credibilità internazionale l'Italia non rimarrà più sola".
Tra le prove prodotte dall'avvocato Bongiorno anche un post del 15 agosto 2019: "Avevo già firmato a suo tempo il decreto di Salvini che vietava l'ingresso, il transito e la sosta della Open Arms in acque italiane. Avevo firmato anche stavolta per ribadire che chi non rispetta il diritto del mare non può sbarcare in Italia. Quel decreto è stato bocciato dal Tar ed emetterne un altro identico per farselo bocciare di nuovo dal Tar dopo 5 minuti. E a differenza di Salvini che cerca solo il consenso facile noi agiamo con senso di Stato e concretezza". Nel pieno della crisi di governo, solo 5 giorni dopo, l'ex ministro così aggiunse: "Stiamo lavorando ancora per sbloccare al più presto la situazione della Open Arms. C'è un dato politico importante da registrare: mentre in precedenza gli altri paesi europei prima dello sbarco davano la disponibilità ad accogliere una parte di migranti, ora invece ci dicono prima di sbarcarli a Lampedusa e poi si vedrà. Stanno ricominciando a voltarci le spalle e questo ha un unico responsabile: Matteo Salvini che ha indebolito il governo e di conseguenza la nostra posizione in Europa".
Toni completamente differenti rispetto a quelli autocelebrativi di un anno prima: "Ci siamo insediati da pochi giorni e la musica sta già cambiando". E poi:"Con i ministri Moavero e Salvini porteremo in Europa il tema della cooperazione", aggiunse citando peraltro proprio le parole del leader del Carroccio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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