Ecco perché lo spread adesso può tornare a 250 (solo per poco tempo)

Il doppio avvertimento arrivato negli ultimi giorni da S&P e Moody's ha segnalato che per il debito italiano le prossime settimane potrebbero essere delicate

L'Eurozona e lo scudo anti - spread
L'Eurozona e lo scudo anti - spread

Il doppio avvertimento arrivato negli ultimi giorni da S&P e Moody's ha segnalato che per il debito italiano le prossime settimane potrebbero essere delicate. Lo spread per il momento resta lontano dalla prima soglia di allerta dei duecento punti base, ma ieri siamo arrivati a centonovanta, sui massimi dell'ultimo mese. Le due agenzie di rating si sono limitate per il momento a segnalare che il rating dell'Italia non è più così solido, in attesa dei pronunciamenti ufficiali sul merito creditizio dell'Italia.

«Ci sono fattori di rischio temporanei che potrebbero spingere lo spread all'insù di trenta o anche quaranta punti base, ma non penso che si andrà oltre i duecentocinquanta punti base», dice Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte. Il primo momento critico, per il Btp, è martedì 2 maggio, giorno della pubblicazione dei dati di aprile sull'inflazione nella zona euro. Se la corsa dei prezzi al consumo non dovesse mostrare un chiaro segnale di rallentamento, i falchi che in questo momento stanno guidando la politica monetaria della Bce potrebbero ottenere non soltanto un altro rialzo di 50 punti base dei tassi, ma anche l'azzeramento, del programma di riacquisto dei bond della linea ordinaria App (Asset Purchase Programme). Questo vuol dire che già a luglio, quando scadono oltre 26 miliardi di bond in pancia alla banca centrale, ci sarà un primo forte drenaggio di liquidità. Christine Lagarde, in caso di inflazione ancora alta, potrebbe avere poche ragioni per opporsi ad uno stop al re-investimento a partire da giugno. Al contrario, se l'inflazione core dovesse allontanarsi in modo deciso dal +5,7% di marzo, le colombe potrebbero ottenere di andare avanti ancora per qualche mese ancora con i 15 miliardi di re-investimento dell'App.

Per il Btp un altro snodo critico è a fine giugno, quando scade l'ultima tranche dei prestiti a condizioni ultraagevolate (Tltro): sono 477 miliardi che vanno restituiti a Francoforte. L'argomento riguarda all'apparenza le banche, ma per queste ultime, come si è visto dal crac Silicon Valley Bank e dal salvataggio di Credit Suisse, la liquidità e la liquidabilità sono temi esistenziali. Un minimo segnale di stress, come quello manifestato due giorni fa dal Santander, mette in allarme i mercati e si scarica sulle aree più fragili della periferia dei titoli di debito.

Oltre alla finanza, c'è poi la politica, con il confronto tra Roma e Bruxelles sulle risorse del Pnrr ancora lontano dal compromesso che porterà all'erogazione della rata di giugno. «Le agenzie stanno per il momento segnalando che togliere una parte delle risorse del Pnrr vuol dire limare le stime sulla crescita e rivedere le previsioni sulla discesa dei parametri sul debito», aggiunge Cesarano.

Per ultimo, c'è il dibattito al Congresso degli Stati Uniti della legge sull'innalzamento debito. I repubblicani hanno avanzato richieste che la Casa Bianca ha già detto di voler respingere con il suo veto, per cui, a meno di miracoli diplomatici del presidente della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy, si andrà per le lunghe.

Per i mercati finanziari, l'impasse si traduce sempre in una corsa ai beni rifugio. Lo si vede già anche in Europa, dove lo spread tra il tasso swap ed il bund a due anni - primo indicatore di carenza di titoli di Stato di alta qualità - è tornato a salire.

*direttore Websim.it

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