Staranno dando ragione a Berlusconi che ha ritenuto, da sempre, non utili le Primarie anche perché non seriamente regolamentate? Oppure la disaffezione li porta inevitabilmente a non voler partecipare attivamente a quello che, nel vecchio PCI, era considerato un momento sacro: l’elezione del segretario. Sta di fatto che ancor prima di celebrare l’assise nazionale il futuro leader del Pd potrebbe percepire di esser stato designato da una minoranza dei propri elettori al di là del voto dei delegati. L’Istituto di Masia ha intervistato i votanti democratici a proposito delle Primarie per la scelta tra Zingaretti, Martina e Giachetti.
Il 64% degli elettori del partito dei tre, ha chiaramente censurato le Primarie dichiarando di non recarsi a votare. Incerto solo il 16% ma convinto di contribuire con il proprio consenso al dopo Renzi, solo il 20%. Di questi la scelta appare indiscutibile perché per il “fratello di Montalbano” voterà potrebbe portare a casa il 56% dei consensi, contro il 37 di Martina e l’8% di Giachetti.
Attenzione però perché del 20% che si recherà alla corsa delle Primarie, il 30% di questi sarebbe ancora indeciso su chi scegliere tra i contendenti. A cinque anni dalle Europee che segnarono il 40% al partito di Renzi, il residuale 17/18% non riesce ad attrarre più del 60% di essi ad una partecipazione attiva per la scelta del futuro leader.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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