"Elly perderà anche alle condominiali. La riforma degli 007 va fatta insieme"

Il leader Iv dopo la denuncia sui politici spiati: "Mantovano vigilerà"

"Elly perderà anche alle condominiali. La riforma degli 007 va fatta insieme"

Senatore Renzi, sul caso delle intercettazioni «preventive» la risposta del governo la ha rassicurata?

«La smentita del sottosegretario Mantovano era doverosa, e la ho apprezzata. I nostri funzionari dell'intelligence sono signori professionisti e meritano la nostra stima. Ma nessuna intercettazione preventiva può toccare giornalisti o parlamentari, di qualunque orientamento. Questo scalfirebbe la qualità della democrazia e sarebbe appunto gravissimo, come dice Mantovano. Il libro di Bisignani e Madron ha lanciato una notizia che è passata sotto silenzio. Ho ritenuto opportuno sollecitare un chiarimento, che è arrivato».

Chiarimento che vale per il presente, visto che la riforma è stata avviata solo da Draghi: sul passato che dubbi ha?

«Non tocca a me verificare ciò che è accaduto in passato. Ho fatto una dura battaglia perché Conte lasciasse la delega ai servizi, che gestiva con una certa disinvoltura insieme al suo amico Vecchione: basti ricordare il TrumpGate o la strana visita di Barr in Italia. Sono certo che un uomo delle istituzioni come Mantovano vigilerà per evitare sgrammaticature istituzionali: sui servizi si deve lavorare tutti insieme. E noi confermiamo la nostra disponibilità a lavorare anche sul progetto di riforma».

Ha notato che alla sua denuncia si è unito anche il sindacato dei giornalisti?

«Sinceramente la cosa strana è che la Fnsi sia intervenuta solo dopo la mia intervista. Il libro di Bisignani era già uscito. Le intercettazioni sono una profonda lesione della privacy e della propria sfera intima sempre. Quelle preventive sono ancora più impattanti perché non hanno un sistema di guarentigie come le intercettazioni degli inquirenti. Comprendo dunque che i giornalisti si allarmino. Certo, sapersi potenzialmente oggetto di intercettazione dovrebbe far riflettere di più sull'utilizzo che ne è stato fatto in passato, in taluni casi di vero e proprio killeraggio politico».

Ballottaggi: in sintesi, dicono gli analisti, l'effetto Meloni ancora dura e quello Schlein non è pervenuto. Come mai?

«Schlein funziona per vincere le primarie, ma - come sempre - chi rappresenta la sinistra massimalista entusiasma la curva degli ultras e poi perde tutte le elezioni, anche quelle condominiali. L'alternativa a Meloni o sarà riformista o non sarà. Il modo per attaccare Meloni è chiederle conto delle sue contraddizioni, non gridare al fascismo. Perché non c'è il fascismo alle porte. E sarà bene che se ne facciano una ragione anche i protomartiri tv che hanno raccontato di lasciare la Rai in nome della democrazia, e in realtà vanno solo fare cose diverse o pagate meglio».

Anche l'entusiasmo della stampa di sinistra per il vento del cambiamento di Elly sembra un po' smorzarsi, come mai?

«Il petardo Schlein ha fatto recuperare qualche tessera in sezione e qualche copia in edicola. Ma alla fine fare politica richiede talento e coraggio delle scelte: l'armocromista non ti salva se non hai un progetto per il Paese. Qual è quello di Elly, su nucleare, utero in affitto, lavoro, Ucraina, sicurezza, tasse? Il mio Pd su questi temi aveva le idee chiare, opposte a quelle di Schlein. La stampa di sinistra prima o poi dovrà fare i conti con la realtà e non con la narrazione».

Lei conosce bene il Pd: triturerà anche questo leader, come teme Franceschini?

«Voglio troppo bene a Dario per dirgli che sul trituramento delle leadership anche lui ha una certa esperienza: fu lui il primo a chiedere la mia testa dopo le politiche 2018. Franceschini si rende conto che far saltare oggi la Schlein significa far saltare il Pd. È anche vero che mantenere la Schlein significa lasciare i riformisti a fare testimonianza in un partito dove non toccano palla. Qualche giorno fa Varoufakis ha spiegato la vera strategia della Schlein. Temo che l'epilogo possa essere quello greco: l'irrilevanza della sinistra. Guardi cosa è successo ieri all'Europarlamento, col Pd spaccato in tre sull'Ucraina: se sulla politica estera hai tre linee, significa che non sei più un partito. E nei prossimi mesi diventerà più chiaro».

Terzo Polo: è vero che lei e Calenda avete deposto le armi, e andrete insieme alle Europee?

«Non ho deposto le armi perché non le ho mai imbracciate. Noi vogliamo fare Renew Europe in Italia. Tutti insieme, perché la sfida del 2024 è europea, non solo italiana. Vedremo: non faccio più previsioni su Azione. Ragiono con la politica e sulla politica mi misuro. Il resto non mi riguarda. E non mi interessa».

Non posso non chiederle del famoso «Airforce Renzi», che - grazie alla grande battaglia moralizzatrice dei 5S - ora giace rottamato

«Hanno sprecato milioni di euro pubblici grazie al colpo di genio di Danilo Toninelli, un uomo ingiustamente defraudato del premio Nobel. In un paese serio qualcuno chiederebbe perché hanno chiuso l'aereo in un hangar, mentre andavano alle visite all'estero con due aerei diversi, spendendo di più e inquinando di più. Lo hanno fatto per puro populismo.

Spero che qualcuno chiamerà Toninelli e i suoi compari a rispondere di questo autentico scandalo. I populisti gridano onestà e poi gettano nell'immondizia milioni di euro: pensi al reddito di cittadinanza o alle truffe sul superbonus. M5s al governo ci è costato quanto una calamità naturale».

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