"Entriamo in una fase di alti e bassi. Sbaglia chi ora rincorre le notizie"

Il responsabile investimenti dell'istituto Marco Vailati: "La politica trumpiana rischia di ritorcersi contro gli Stati Uniti"

"Entriamo in una fase di alti e bassi. Sbaglia chi ora rincorre le notizie"
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Gli investitori dovranno «fare il callo» alla volatilità legata ai dazi trumpiani. Giornate come quella di ieri potrebbero ripetersi con una certa assiduità, così come movimenti marcati in direzione opposta a seconda di come evolverà il contesto. Marco Vailati, responsabile Ricerca e Investimenti di Cassa Lombarda, invita a evitare reazioni emotive.

Guerra dei dazi, già il nome mette ansia. Come leggere il tonfo di ieri delle Borse?

«Prima dell'entrata in vigore dei dazi il mercato scontava solo in parte questo scenario nonostante Trump avesse preannunciato le sue intenzioni durante la campagna elettorale. Il movimento di ieri va visto come un assaggio in quanto se effettivamente si materializzerà una guerra commerciale, senza passi indietro, le ricadute economiche ci saranno per tutti e questo lo si vedrà col tempo e non in un solo giorno di caduta dei listini. Non va dimenticato che Wall Street viene da un +50% in due anni. I livelli non sono quindi bassi, ma sono sostenibili fintanto che non cambia la sostanza».

L'escalation di tensioni non è certo tranquillizzante.

«È immaginabile che il mercato non abbia finito ieri la fase di assestamento, ma quello che potrebbe andare in scena non è un unico movimento direzionale al ribasso, ma più una maggiore volatilità in virtù dell'evoluzione del newsflow sui dazi. Notizie quali, ad esempio, un'eventuale accordo di pace in Ucraina e ritorno del petrolio russo sui mercati che potrebbe alimentare movimenti simmetrici al rialzo andando a ridurre anche le pressioni inflattive. Quello che appare evidente è che il percorso sarà molto accidentato. E in questi casi gli impatti su portafoglio possono essere devastanti se ci si fa prendere dall'emotività e si corre dietro alle notizie. Lo stile di comunicazione di Trump va ad alimentare reazioni emotive di breve periodo. Basti pensare che da quando è alla Casa Bianca il venerdì risulta il giorno peggiore per Wall Street in quanto gli operatori temono che nei due giorni di weekend a borse chiuse possa succedere di tutto».

Che contromisure mettere in atto quindi davanti a una volatilità in aumento?

«L'errore da non fare è quello di perdere la razionalità e inseguire movimenti molto altalenanti. Se il portafoglio è già ben posizionato il consiglio è non toccarlo, il rischio è vendere cose buone al prezzo sbagliato. Certo qualche ricalibratura potrà rendersi necessaria soprattutto nel caso in cui arrivino dazi pensanti su un settore specifico. Può rivelarsi controproducente anche concentrarsi su settori difensivi per attutire i rischi. Infatti una spirale inflattiva innescata dai dazi potrebbe avere come riflesso delle banche centrali meno accomodanti e settori difensivi come le utility non ne beneficerebbero».

Tra Wall Street e Borse Europee c'è da attendersi degli spread di rendimento?

«Se cade l'America non possiamo immaginarci che l'Europa vada in direzione opposta, anche se può attutire i contraccolpi grazie a una Bce che in questo 2025 dovrebbe mostrarsi più accomodante rispetto alla Federal Reserve.

Certamente la politica di Trump rischia di ritorcersi proprio contro gli Usa togliendo un po' di magia a Wall Street e agli asset americani in generale, con le banche centrali che già da tempo stanno facendo incetta di oro come riserva di valore al posto degli asset americani».

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