"Era ubriaco e molestava i clienti". Morto per un pugno in faccia nel locale

A colpire il balordo è stato il figlio 18enne del proprietario

"Era ubriaco e molestava i clienti". Morto per un pugno in faccia nel locale

Roma. Colpito in pieno volto da un pugno, muore. Vuole ancora da bere Luca Perrone, 58 anni, nonostante sia ubriaco fradicio. Al rifiuto del proprietario del locale se la prende con gli altri avventori. Fino a quando non interviene un giovane di 18 anni, Engin Gulbedenbegun, figlio del proprietario del Bosporus kebab in via Tiburtina 90. Engin, di origini turche ma nato a Crotone, prova ad allontanare il molestatore. Un personaggio noto nel quartiere, San Lorenzo, uno sbandato che vive in auto. I due si affrontano, Engin lo spintona fuori dalla tavola calda. All'improvviso gli sferra un pugno sull'occhio sinistro. Perrone barcolla e cade sul pavimento. A ricostruire il dramma che si consuma poco prima delle 6 di ieri mattina gli agenti del commissariato Sant'Ippolito, accorsi alla prima segnalazione.

Quando i poliziotti arrivano sul posto c'è un capannello di gente su un corpo a terra. La situazione è gravissima: Perrone ha una ferita tra la fronte e il naso, un occhio tumefatto, sangue sulla nuca. Soprattutto ha perso conoscenza. Trasportato in ambulanza in codice rosso, quando arriva al vicino policlinico Umberto I è in arresto cardiocircolatorio. Pochi minuti dopo viene dichiarato morto. Engin, che vive assieme alla famiglia a Ciampino, viene fermato e portato in questura. Sconvolto per l'accaduto, al magistrato di turno racconta la sua versione, confermata dai quattro clienti del locale. «Dava fastidio, voleva bere nonostante fosse alticcio. Volevo solo farlo allontanare». Secondo quanto raccontato al magistrato di turno, Perrone non si sarebbe fermato nonostante il ragazzo lo avesse invitato ad andarsene. Allo spintone il 58enne avrebbe tentato una reazione, stroncata però dal colpo in faccia. Il 18enne adesso è accusato di omicidio preterintenzionale anche se solo l'autopsia potrà stabilire se l'uomo sia morto come diretta conseguenza del pugno o del trauma subìto battendo la testa. Gli inquirenti hanno messo a verbale anche il padre del ragazzo e i quattro avventori.

Non solo. Su disposizione della Procura di Roma sono state acquisite le registrazioni delle telecamere della zona, quelle del parco comunale, dell'agenzia immobiliare e di altri esercizi commerciali. I filmati verranno analizzati dalla polizia scientifica. Su Perrone è stato disposto anche l'esame tossicologico per stabilire il tasso alcolico e quali sostanze eventuali abbia assunto. Incensurato, per Gulbedenbegun il pm Mario Palazzi ha disposto gli arresti domiciliari. Commenti a non finire sui social per il giovane accusato di omicidio, tanto che qualcuno invoca persino la legittima difesa.

Certo è che la storia drammatica colpisce ancora una volta il quartiere universitario al centro di omicidi, risse fra tossici, ubriachi e forze dell'ordine, impegnate dalla fine del coprifuoco a stroncare la movida violenta. Quattro mesi fa a largo Passamonti un 23enne, Alessandro Cafarotti, viene colpito da un coetaneo olandese con sette coltellate. «Non ce la facciamo più, ogni sera lanciano bottiglie contro le auto o le nostre finestre. Abbiamo paura a uscire di casa».

Francesca è una degli abitanti dello storico quartiere. Come tanti altri ha vissuto il dramma dell'omicidio di Desirée Mariottini, la 16enne stuprata e uccisa da un gruppo di spacciatori africani, delle risse fra bande e dello spaccio a ogni ora del giorno e della notte.

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