Un esercito di centomila volontari che ora prendono le distanze

Un esercito di centomila volontari che ora prendono le distanze

Un esercito di quasi centomila volontari che da settecento confraternite in tutta Italia «soccorrono chi si trova nel bisogno e nella sofferenza» secondo l'ispirazione del Vangelo e della dottrina cattolica. Questa è la galassia delle Misericordie, antichissime istituzioni che in otto secoli di storia si sono ritagliate un posto di primo piano nell'universo del volontariato del nostro Paese.

La tradizione ne fissa la nascita alla metà del XIII secolo, quando a Firenze un certo Piero Borsi, facchino, istituì un sistema di sanzioni per chi bestemmiava per raccogliere fondi per l'assistenza agli infermi.

Da allora, le Misericordie si sono sviluppate a macchia di leopardo in tutto lo Stivale, diventando una delle realtà di associazionismo più apprezzate e riconosciute, specialmente in Toscana, dove sono in molti a identificare le ambulanze proprio con il termine «misericordia».

Ad oggi sono ben 670mila gli iscritti alle varie confraternite e 100mila i «confratelli» - così si chiamano coloro che hanno superato il rito della vestizione - attivi. Uomini e donne impegnati nel servizio di trasporto sanitario, pronto soccorso e protezione civile e volontari nel 90 per cento dei casi. Basti pensare che nell'emergenza del sisma in centro Italia sono intervenuti 2592 volontari, provenienti da quasi 300 diverse associazioni, spesso mobilitate pochissime ore dopo le prime scosse.

Una realtà composita che nulla vuole avere a che fare con le ipotesi di reato ascritte al governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto, fermato per presunti illeciti legati alla gestione del Cara locale. Per questo oggi la Confederazione nazionale delle Misercordie ha diramato una nota per annunciare il prossimo commissariamento della confraternita al centro del ciclone, che pure è giuridicamente indipendente, e della federazione regionale della Calabria

«Se le accuse dovessero essere confermate per le Misericordie sarebbe qualcosa di indegno: se qualcuno si è reso responsabile di quelle cose va giustamente punito - spiega al

Giornale il presidente nazionale Roberto Trucchi -. È un momento un po' difficile ma riusciremo a riprenderci e a far capire che le Misericordie sono altro. Ottocento anni di attività sul territorio sono lì a dimostrarlo».

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