Chi non affiderebbe a cuor leggero l’educazione dei propri pargoli a Lavinia Flavia Cassaro, indagata dalla Procura di Torino, per istigazione a delinquere, oltraggio a pubblico ufficiale e minacce? Una specie di sceriffa dell’antifascismo che, a suo dire, un domani potrebbe tranquillamente trovarsi con “un fucile in mano a lottare” contro le forze dell’ordine.
Da Matteo Salvini a Matteo Renzi, passando per Luigi Di Maio, il mondo della politica ha coralmente condannato la condotta della signora maestra, ma tra gli scissionisti del Pd qualcuno spezza una lancia in suo favore. Sceglierebbe la maestra di Torino per educare i propri figli, “non una ma mille volte”, Antonella Giosa, vicepresidente pro tempore dell’Arcigay Basilicata ed esponente lucana di Liberi e Uguali.
La Giosa, organizzatrice del primo “Gay Pride” della storia della Basilicata, era già finita alla ribalta mediatica lo scorso anno, quando si scagliò contro il parroco di Savoia di Lucania, reo d’aver vietato ai tesserati dell’Arcigay di fare da madrine e padrini nei sacramenti.
Sempre meglio la Cassaro, scrive la grassiana su Facebook, che i “macellai della Diaz”: “Scelgo la maestra di Torino, non una volta ma mille volte. Forte con i deboli e debole con i forti. Sceglierei lei come maestra per i miei figli, di certo non sceglierei i macellai della Diaz”.
Parecchi gli utenti che non la pensano così. “Francamente – commenta Rocco – stavolta non ti seguo. Alla Diaz successero cose criminali, ma un’insegnate non può inveire così contro poliziotti e carabinieri”. Qualcuno, invece, pubblica tra i commenti la lettera indirizzata alla Cassaro da Michele Fezzuoglio, figlio di un carabiniere deceduto in servizio nel tentativo di sventare una rapina ad Umbertide. “Questo post – replica un altro – è una vergogna, la morte non si augura a nessuno”. E a Maria, figlia di insegnanti, “fa orrore solo leggerla un’affermazione del genere”.
Parole forti, capaci di eclissare persino quelle delle due consigliere pentastellate di Torino, Daniela Albano e Maura Paoli. La prima, insegnante di professione come la Cassaro, sembra proprio riferirsi alla “cattiva maestra” di Torino in uno dei suoi ultimi post Facebook: “Massimo rispetto per chi ha sfilato accanto a me per difendere la scuola pubblica”. La seconda, invece, è stata paparazzata ad un evento no Tav del 2016 assieme alla Cassaro. Tirata per la giacca dall’esponente dem Stefano Esposito, ha replicato: “Ho un bellissimo ricordo di quella giornata”.
E mercoledì scorso, il candidato premier Di Maio è stato chiamato a rispondere di quella foto negli studi di Matrix: “Credo che non sia più consigliera comunale del MoVimento 5 Stelle”, ha detto.
Un’affermazione che a molti è suonata come un’espulsione in diretta che, però, è stata smentita da Palazzo Civico. Chissà se, dopo l’exploit odierno, anche Grasso e Boldrini sconfesseranno la loro militante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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