Europa e Italia tifano per il "delfino". Laschet il grigio fa pure il nostro gioco

Angela si ritirerà a settembre quando il suo erede si candiderà cancelliere garantendo la stessa politica. Soprattutto con l'Italia

Europa e Italia tifano per il "delfino". Laschet il grigio fa pure il nostro gioco

Con Armin Laschet la Cdu ha scelto la continuità merkeliana. Come già nel precedente congresso, in cui aveva votato di misura la delfina indicata dalla Cancelliera, Annegret Kramp-Karrenbauer. Il fatto che «AKK», come veniva chiamata da tutti per semplificare il suo nome ostico, avesse poi deluso per carenza di leadership fino al punto di doversi fare da parte un anno fa, non è stato comunque un viatico sufficiente per il cavallo di ritorno Friedrich Merz, portabandiera della destra interna: sconfitto di misura nel 2018 da AKK, lo è stato ancora ieri da Laschet, un fedelissimo di Angela Merkel. L'Europa segue con attenzione estrema mista ad apprensione il processo di successione alla donna che ha incarnato la stabile potenza della Germania in questi ultimi sedici anni. Un processo che non si è concluso ieri con il successo di Armin Laschet: la Merkel ha chiarito in largo anticipo che la sua carriera politica si concluderà nel prossimo settembre, quando non si ripresenterà alle elezioni per la prima volta dal 2005. Laschet prende ora il timone della Cdu, ma questo non significa automaticamente che sarà lui il candidato del partito alla Cancelleria: questo verrà designato entro marzo, ed è ancora possibile anche se improbabile - che gli vengano preferite delle alternative, una rappresentata dal suo stesso vice nella corsa appena vinta al congresso Jens Spahn, l'altra dal leader bavarese Markus Soeder. Spahn, appena quarantenne, è il ministro della Salute che ha fin qui ben gestito la crisi della pandemia, ottenendo una vistosa crescita della sua popolarità: non ha fretta e non ha bisogno di sgomitare, ma potrebbe rappresentare per la Cdu una valida carta da spendere nell'eventualità che i punti deboli di Laschet una certa carenza di carisma e una non proprio impeccabile gestione della crisi Covid nel Land Renania-Vestfalia di cui è presidente possano azzopparlo nei prossimi mesi. Quanto a Soeder, sconta in partenza una tradizione negativa per i candidati della Csu la costola bavarese della Cdu - alla Cancelleria (nessuno di loro, da Franz-Josef Strauss a Edmund Stoiber, l'ha mai spuntata) ma è popolarissimo in campo conservatore e molto ambizioso. Se sarà lui il candidato alla Cancelleria in settembre, Laschet avrà in quanto successore della Merkel un compito non facile: in Germania quello di non farla rimpiangere gestendo la probabile futura coalizione di governo con i Verdi, in Europa di saper colmare il vuoto della sua capacità di leadership tranquilla.

In questa fase drammatica di pandemia si deve alla Merkel il varo di un piano di rilancio economico che vale 750 miliardi per l'Ue e

oltre 200 per la sola Italia, un piano che per la prima volta infrange il tabù del debito comune. Con Merz cancelliere si rischiava sotto questo profilo un salto nel buio, con Laschet almeno sulla carta ci è andata bene.

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