In Europa niente accordo crescono solo le varianti "L'inglese 30% più letale"

Le regole Ue sono carta straccia e i piani vaccinali in tilt. E Johnson lancia un allarme

In Europa niente accordo crescono solo le varianti "L'inglese 30% più letale"

Ognuno per sé: le regole Ue sono già carta straccia. A 24 ore dal vertice che giovedì avrebbe dovuto dare una quadra alla caotica gestione della pandemia, il Vecchio continente torna a dividersi sui metodi per fermare la terza ondata di Covid. A fronte del nuovo allarme sulle varianti «straniere» che contagiano l'Europa, ieri il Belgio ha vietato i viaggi non essenziali all'estero fino al 1° marzo. Ma il caos è generalizzato. Annunci, piani vaccinali e timing per «controllare» la crisi in modo coordinato sono già ampiamente disattesi.

Da Londra, il premier Boris Johnson è convinto che «per un po' il numero di decessi continuerà a essere alto» nel Regno Unito. Si è appellato nuovamente ai cittadini - «restate a casa» - perché la variante inglese «sembra causare un innalzamento della letalità del 30%». Più di mille morti al giorno Oltremanica, dove l'idea di dare 500 sterline ai «contagiati» per spingerli ad auto-isolarsi non decolla. Solo il 17% tra chi ha sintomi Covid in Inghilterra si sottopone infatti al tampone, temendo la quarantena. Per Downing Street è troppo costosa.

La cancelliera tedesca Angela Merkel aveva chiesto un'armonizzazione delle scelte nazionali almeno nell'Ue, pur di evitare la chiusura delle frontiere come in primavera. L'Europa, visto l'allarme lanciato ieri da Londra, ha risposto picche. Belgio apripista, Francia non da meno. Da domani, annuncia l'Eliseo, tampone molecolare obbligatorio per i viaggiatori che entrano nell'Esagono: «test di negatività» nelle 72 ore precedenti la partenza unico lasciapassare.

La decisione unilaterale di Emmanuel Macron, col problema di mantenere in piedi il mercato unico, esenta i frontalieri e i lavoratori dei trasporti via terra. Altra paura strisciante, una nuova faccia del virus, più contagiosa, che potrebbe essere tutta «francese» a fronte dei 170 pazienti contagiati in un ospedale alle porte di Parigi e 70 tra medici e infermieri. Il «caso Compiègne» non è il solo d'Oltralpe a gridare «emergenza». Tre ospedali nell'Est e nel Sud-Ovest registrano un Covid più resistente. Mancano i dati per definirla «variante autoctona». Ma i test escludono che si tratti della B117 del Regno Unito.

Il governo francese ha annunciato stazioni sciistiche chiuse anche dopo il 1° febbraio; ristoranti e brasserie potrebbero riaprire solo da metà marzo. Un fallimento completo del calendario transalpino del «convivere» col Covid. E con l'incubo di un nuovo lockdown dietro l'angolo, Macron perde le staffe: «Siamo diventati una nazione con 66 milioni di pubblici ministeri», ha detto tra i fuochi incrociati delle opposizioni politiche e dei media, rilanciando il coprifuoco anticipato alle 18.

L'Eliseo ieri ha riscritto anche le regole dei «gesti barriera», portando il distanziamento minimo a 2 metri e, per decreto, ha dichiarato la fine delle mascherine artigianali in tessuto. Parigi nella bufera pure per i ritardi sui vaccini: meno di 800mila. Von der Leyen aveva fissato il target per gli Stati membri al 70% degli adulti entro fine estate. Un miraggio, per ora.

La Spagna da qualche giorno vaccina più dell'Italia, ma la situazione sanitaria è in netto peggioramento, gli esperti chiedono chiusure severe in 13 comunità autonome: con circa 40mila positivi al giorno, El Mundo parla di «rischio massimo» per le terapie intensive. Record di contagi in Irlanda, dove l'incidenza è cinque volte più alta di quella italiana. E ieri è crollato anche il modello Portogallo, che finora aveva controllato l'epidemia: 10mila casi al giorno, ospedali al collasso e scuole chiuse, compresi gli asili.

La Germania, pur come «extrema ratio»,

ha già l'appoggio del cancelliere austriaco Sebastian Kurz per introdurre controlli ai confini. Se il virus continua a galoppare, è l'unica via per uscirne provvisoriamente, filtra da Berlino; oltre a inasprire i lockdown.

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