«Qui trovate i Green pass trafugati per far saltare il sistema». Una frase e un video. Poco più di sette minuti per mostrare alla folla no pass come accaparrarsi (gratis) un certificato verde senza sottoporsi a tampone o vaccino. È quello che si può trovare nelle chat di Telegram. Nei diversi gruppi, infatti, sta circolando un tutorial per scaricare Green pass validi. Ce ne sono di tutti i tipi: per uomini, donne, adolescenti, stranieri, a una sola dose, a ciclo completo di vaccinazione o dopo un tampone.
Ma come funziona? Servono solo un pc, una connessione internet e il più diffuso software per la condivisione dei file in rete. È sufficiente connettersi ai server e digitare «Green pass» nella barra di ricerca per ottenere una lunga lista di risultati. Non tutti sono utili allo scopo, ma basta scorrere per trovare quello che molti no pass stanno cercando: le «collection» dei certificati verdi. Le «collection» non sono altro che cartelle che contengono file. Si passa da cartelle con 300 pass validi, a quelle con 500 fino ad arrivare a quelle con 1000 Green pass. Ne abbiamo selezionata una, l'abbiamo messa in download e in pochi minuti ecco tutti i pass sul nostro pc. Tra guardare il video ed effettuare l'operazione ci sono serviti 15 minuti. È stato davvero troppo facile bucare il sistema su una questione così delicata.
Ma torniamo alla cartella scaricata. Una volta aperta, abbiamo trovato l'elenco sterminato di file delle certificazioni verde. Abbiamo controllato che fossero valide e che appartenessero a persone realmente esistenti. Il risultato è sconcertante: è tutto regolare nella sua irregolarità. Non sappiamo come questi certificati siano finiti online. Chi li ha caricati, chi ha diffuso il video-spiegazione, chi invita la folla no pass a fare il furbetto e chi li usa. Lo scandalo è presto servito se si pensa che così migliaia di no pass possono continuare a fregare le istituzioni mentre scendono in piazza a manifestare. Basta trovare il Green pass di una persona che sia compatibile con la propria età e sesso e ci si può mettere gratuitamente in tasca una «certificazione valida in Italia e in Europa». Questo è il messaggio che ci appare nell'app Verifica C19 quando abbiamo provato la veridicità dei Green pass scaricati. Come dicono i più arguti tra gli utenti, «sono inutilizzabili allo stadio o a lavoro», anche sugli aerei e sui treni, aggiungiamo noi. Ma difficilmente per l'ingresso in un ristorante, in un bar o in un cinema viene richiesto il documento di controllo. Ed è proprio per questo che l'archivio è un pericolo concreto. Tanto più ora che il governo sta studiando una nuova stretta per arginare l'aumento dei contagi ed è stata portata sul tavolo l'ipotesi di rilasciare i pass per la socialità solo ai vaccinati.
Ma le restrizioni non spaventano questi soggetti che hanno trovato su Telegram il loro habitat naturale. Qui si incitano l'uno con l'altro, si scambiano consigli, minacciano chi non la pensa come loro. Non si preoccupano che polizia postale e digos li monitorino da tempo. Anzi, si compiacciono quando le loro chat vengono chiuse perché «il sistema ha paura di noi». I gruppi sono talmente tanti che contarli è impossibile. Ma è proprio qui che il video è diventato virale.
«Pensa se tutti i free pass andassero al ristorante con il Green pass di un altro e la notizia iniziasse a girare... Salterebbe il sistema», scrive un sobillatore. Idea geniale. Facile essere un free pass con il pass degli altri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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