Pensioni di invalidità, assegni di accompagnamento e somme per compensare la disabilità. Dal primo gennaio tutte queste formule erano considerate come "concorrenti" al reddito familiare, ovvero quantificate nel calcolo dell'Isee. Un problema serio, sollevato all'epoca, che ha portato a una battaglia legale con il governo che oggi ha trovato una soluzione.
È stato il Consiglio di Stato a dare oggi la risposta definitiva sulla questione, dando ragione alle famiglie dei disabili e respingendo ancora l'appello presentato dall'esecutivo. "Ricomprendere tra i redditi i trattamenti indennitari percepiti dai disabili significa allora considerare la disabilità alla stregua di una fonte di reddito", ricorda la sentenza, parlando di una norma in contrasto con la Costituzione e ribadendo la decisione già presa dal Tar del Lazio.
L'idennità e le altre forme, aggiunge ancora il Consiglio di Stato, serve "a compensare un’oggettiva ed ontologica (cioè indipendente da ogni eventuale o ulteriore prestazione assistenziale attiva) situazione d’inabilità". Non di certo all'accumulo di un patrimonio personale.
"Un'altra figuraccia delgoverno Renzi - commenta
Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord -. Una vittoria non solo delle associazioni dei disabili e delle loro famiglie che si erano rivolte al Tar contro il Governo ma soprattutto una vittoria del buonsenso e della ragione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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