Un'inchiesta giornalistica pubblicata a poche ore dalle elezioni Amministrative che fa discutere e non poco. Il servizio di Fanpage vorrebbe dimostrare come la "lobby nera" starebbe cercando di entrare nella campagna elettorale della destra a Milano. Una prima reazione nei fatti c'è già stata, con Carlo Fidanza che si è autospeso da Fratelli d'Italia. L'europarlamentare però ha tenuto a precisare di non aver "mai ricevuto finanziamenti irregolari" e di aver ribadito sempre la necessità di "contribuire alla campagna elettorale di una candidata secondo le modalità previste dalla normativa vigente".
La reazione della Meloni
L'inchiesta di Fanpage ha ovviamente provocato la reazione di Giorgia Meloni che, prima di intraprendere qualsiasi decisione, vuole visionare l'intero filmato anziché basarsi sul video di soli 10 minuti. Una richiesta avanzata fin da subito e ribadita anche nella giornata di oggi: "Continuo a chiedere al direttore fornirmi le 100 ore di girato di cui loro dispongono perché mi interessa molto chiaramente sapere come si comportano amche i miei dirigenti".
Per quale motivo? La leader di FdI ritiene di avere abbastanza esperienza "per sapere che non mi posso fidare ciecamente di ciò che viene tagliato e cucito su un video di 10 minuti". Non a caso lo stesso Fidanza, a tutela della propria reputazione, ha fatto sapere di riservarsi di adire la giustizia civile e penale. Infatti ci potrebbe essere da visionare altro materiale che, secondo il partito, potrebbe avere altri risvolti: "Il fatto che ulteriori colloqui non siano stati trasmessi la dice lunga sulla serietà di questa inchiesta".
E l'ira della Meloni è comprensibile, visto che domenica 3 e lunedì 4 ottobre si voterà in molti Comuni d'Italia: "Tre anni di giornalista infiltrato per mandare 10 minuti di video in onda nell'ultimo giorno di campagna elettorale per fare sì che stesse sulle prime pagine nel giorno di silenzio elettorale è una polpetta avvelenata e in uno Stato di diritto non accadrebbe".
Quel precedente con la Lega
Nel frattempo è spuntato un precedente che avrebbe potuto coinvolgere anche la Lega di Matteo Salvini. A rivelarlo è stato Max Bastoni: il consigliere regionale e comunale del Carroccio ha riferito che il giornalista Salvatore Garzillo, "spacciandosi per lobbista, ha avvicinato anche me promettendo finanziamenti illeciti per la mia campagna elettorale ma gli ho risposto che faccio tutto in regola e che non vendo i miei ideali".
Bastoni comunque dice di aver registrato tutte le conversazioni e si è messo a disposizione della procura di Milano. L'esponente della Lega preferisce non entrare nel merito di quanto è già andato in onda di recente, ma ha l'impressione che il tutto sia "strumentale e finalizzato a portare acqua al mulino di Beppe Sala". Per Bastoni infatti "si cerca il mostro e si dà per scontato ciò che è ancora da dimostrare". Insomma, una sorta di "propaganda spacciata per scoop giornalistico".
Il post di Lavarini
Anche Roberto Jonghi Lavarini, come Carlo Fidanza e Chiara Valcepina, è tra gli esponenti politici di cui ha parlato l'inchiesta di Fanpage sui presunti fondi neri nella campagna elettorale di Milano. Lavarini sul proprio profilo Instagram ha pubblicato una foto che lo ritrae insieme ai due rappresentanti del centrodestra, Giorgia Meloni e Matteo Salvini.
"Sono assolutamente indipendente e apartitico ma nessuno faccia finta di non conoscermi o, peggio, si permetta di offendere gratuitamente me e la comunità di veri patrioti che, mio malgrado, in questo frangente ho l'onore e onere di rappresentare", ha scritto sul social
Lavarini. Il quale ha aggiunto che "il 5% di voti della 'destra radicale' fa gola a tutti ed è indispensabile per vincere qualunque sfida bipolare", sia nelle elezioni Amministrative sia in quelle nazionali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.