Roma - No al decreto sull'eterologa. Non ci sarà il provvedimento governativo più volte annunciato dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che lo riteneva fino a ieri urgente ed indispensabile. Il Consiglio dei ministri che doveva licenziare il dl ha invece deciso «all'unanimità» che sarà il Parlamento a definire regole e limiti all'interno di un disegno di legge. Questo significa che al momento ancora non c'è un via libera all'eterologa che quindi non potrà essere praticata fino all'approvazione della legge. Di fatto quindi l'eterologa resta ancora vietata nel nostro Paese. A bloccare il decreto è stato lo stesso Matteo Renzi al quale evidentemente non è piaciuta la tempesta di polemiche che si è scatenata intorno alla delicata questione della fecondazione con donazione dei gameti. Sulle problematiche etiche già in passato si sono sgretolate numerose e più solide maggioranze e non è questo il momento per creare ulteriori tensioni su una materia che forse Renzi non ritiene così urgente. Meglio rimandare la patata bollente «le questioni etiche» al Parlamento che non comincerà a discuterne prima di settembre.
A destare la preoccupazione del premier la bagarre innescata dalle dichiarazioni del ministro sulla questione della scelta delle caratteristiche genetiche del figlio. La politica si è subito divisa. La possibilità di poter decidere se si vuole ad esempio un figlio con la pelle chiara «scartando» quindi le altre ipotesi è stata definita «razzismo» dalla stessa Lorenzin mentre altri parlamentari hanno evocato l'eugenetica. Anche se la compatibilità genetica tra genitori e figli è una misura accettata in tutti i paesi che praticano l'eterologa.
Quello che deve essere balzato agli occhi di Renzi è che lo scontro sull'eterologa poteva creare una bella zeppa all'interno del già fragile ingranaggio della maggioranza viste le posizioni assai distanti tra Nuovo centrodestra e Pd ma anche tra gli stessi democratici.
Così è stata la Lorenzin al termine del Consiglio dei ministri ad annunciare che il governo aveva deciso di cambiare rotta. In una lettera rivolta a tutti i capigruppo di Camera e Senato la responsabile del dicastero della Salute annuncia che i ministri hanno condiviso «all'unanimità la necessità di intervenire in via legislativa». Visti «gli evidenti profili etici» che riguardano la materia è stato deciso «di rimettere ad una iniziativa legislativa parlamentare la disciplina della procreazione medicalmente assistita eterologa nel nostro ordinamento».
La Lorenzin nella lettera esorta dunque tutti i gruppi parlamentari a fare in fretta per dare piena attuazione alla sentenza della Consulta che ha abrogato il divieto di praticare l'eterologa introdotto con la legge 40. Il ministro ricorda di aver chiesto la consulenza di un gruppo di esperti per definire quelle che dovranno essere le linee guida della fecondazione eterologa. Nella lettera è allegata anche la copia della bozza di decreto che aveva in realtà una finalità più tecnica che etica, ovvero quella di mettere paletti a garanzia della salute del donatore e del ricevente. Nel decreto si prevedeva dunque l'istituzione di un Registro nazionale; la garanzia dell'anonimato per il donatore ma allo stesso tempo la tracciabilità della donazione per eventuali esigenze di salute; limiti sia per il numero di figli da uno stesso donatore sia per l'età. Che cosa succederà adesso? Se il confronto etico per il momento è rimandato, la permanenza del divieto lascia irrisolto un problema pratico per nulla irrilevante. I centri privati sono partiti con l'eterologa e non si fermeranno. Questo vuol dire che agiranno in assenza di regole certe.
Le associazioni di settore poi si sentono assolutamente tutelate dal punto di vista legale dalla sentenza della Consulta che, asseriscono, con l'abrogazione del divieto ha dato automaticamente il via libera all'eterologa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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