Fi in allarme: dalla Tv di Stato esclusi tutti i partiti tranne il Pd

Roma «Renzi ha detto fuori i partiti dalla Rai, ma uno è rimasto incastrato nella porta, giusto il Pd del premier». L'ex ministro della Comunicazione Maurizio Gasparri (nella foto), apre così il convegno organizzato al Senato sul tema: «VinceRai o PerdeRai?». La nuova legge ha prodotto nei fatti una tv di Stato filogovernativa, accusa il vicepresidente azzurro del Senato. Si parla del rinnovo ad ottobre della convenzione scaduta il 6 maggio, del ruolo formativo dell'azienda di Viale Mazzini, dell'uso delle risorse del canone in bolletta, delle troppe assunzioni di dirigenti esterni. Il tema centrale è che cosa vuol dire servizio pubblico.

«La convenzione è fondata sul rispetto del pluralismo -dice Arturo Diaconale, consigliere d'amministrazione Rai di Fi-, che non è garantito neppure ora che si è proclamata la fine della lottizzazione, ma tutto fa capo al direttore generale.

Propongo la creazione di un comitato di controllo delle regole del pluralismo che il parlamento dovrà dare, composto da consiglieri d'amministrazione. E affiancato da un Osservatorio con rappresentanti di Ordine dei giornalisti, sindacato e altre realtà del settore».

AMG

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