È il motore del Paese che riparte. La fiducia delle imprese tocca i massimi di sempre. E risale anche quella sei consumatori. A luglio l'indice di fiducia delle aziende è salito da 112,8 a 116,3 punti, «raggiungendo il valore più elevato di tutta la serie storica», iniziata a marzo 2005, dell'Istat. Un clima che, rileva l'Istituto di statistica, riguarda l'industria ma anche le attività commerciali. E la conferma di quanto già sancito dal Fondo monetario internazionale che ha ulteriormente alzato le stime sulla crescita dell'Italia per l'anno in corso e per il prossimo, dello 0,7% che segna un +4,9% nel 2021 e dello 0,6% per un +4,2% nel 2022. Un ritmo superiore a quello della Germania. Dove resta stagnante la fiducia dei consumatori e si raffredda il mercato del lavoro.
Tornando ai dati sull'Italia diffusi ieri dell'Istat. «Nelle costruzioni, nei servizi e nel commercio al dettaglio l'indice aumenta decisamente (rispettivamente da 153,6 a 158,6, da 107,0 a 112,3 e da 107,2 a 111,0) mentre l'incremento è più contenuto nel comparto manifatturiero (da 114,8 a 115,7)». I servizi tornano ai livelli pre-crisi, mentre la manifattura, fa i conti con un «lieve calo delle aspettative sul livello della produzione».
Resta forte l'allarme delle imprese sul reperimento delle materie prime, già lanciato al governo: «A luglio cresce marcatamente la quota di imprese manifatturiere che lamenta insufficienza degli impianti o mancanza di materiali quali ostacoli alla produzione».
Dopo lo stallo da lockdown sono ripartiti anche i consumi grazie alla fiducia delle famiglie che sta registrando un massimo da settembre 2018: «La crescita è trainata soprattutto dal deciso miglioramento dei giudizi sia sulla situazione economica generale sia su quella personale». Ancora caute però sono le aspettative per il futuro, l'unico indice di fiducia in calo da 125,5 a 123,5.
Questi dati «sono un segnale importante per il consolidamento della ripresa» secondo l'Ufficio Studi di Confcommercio. Al miglioramento del clima nel Paese «ha indubbiamente contribuito l'avanzare della campagna vaccinale, che ha permesso un significativo avvicinamento alle condizioni di vita pre-pandemiche rafforzando l'idea che il peggio sia alle spalle e si possa guardare con un certo ottimismo al futuro. Atteggiamento decisamente più favorevole che coinvolge in modo importante anche il terziario di mercato, il più penalizzato dalla crisi, nelle sue diverse componenti». Secondo l'Ufficio studi, «è peraltro evidente che per la ripresa dei consumi occorrerà del tempo per recuperare il vuoto di domanda che si è generato nei mesi precedenti. Soprattutto nel turismo e nelle attività ricreative e d'intrattenimento, date anche alcune limitazioni ancora esistenti al pieno svolgimento di alcune attività». Per il ministro della Pa Renato Brunetta i dati di luglio sono comunque il segno che «la nostra economia sta registrando, mese dopo mese, performance da vero e proprio boom economico». Secondo l'azzurro «la credibilità del governo Draghi ha subito prodotto un effetto benefico tra gli italiani». Ma avverte: «L'Italia è a un bivio: adesso non possiamo permetterci di commettere errori. Vaccinare, vaccinare, vaccinare».
Fondamentale mantenere indici della fiducia che «sono stati ancora una volta più forti del previsto: tutti i principali indicatori hanno mostrato un miglioramento rispetto al mese precedente che riporta gli indici su livelli superiori a quelli pre-Covid», dice Paolo Mameli, direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Ora la sfida del Recovery.
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