Lo strappo potrebbe arrivare da Berlino, dove sabato prossimo è in programma la finale di Champions League. In quell'occasione si riunirà il comitato esecutivo dell'Uefa, la confederazione europea di calcio, e potrebbe sancirsi il divorzio da Sepp Blatter, il padrone del calcio mondiale che venerdì è stato eletto per la quinta volta presidente della Fifa malgrado lo scandalone che ha travolto l'Onu del pallone nei giorni scorsi. Il presidente dell'Uefa Michel Platini la mette così: «Ci saranno discussioni tra noi e vedremo cosa fare». Tono soave e parole dure, che però fanno a pugni con l'immagine di Platini che si congratula sorridente con Blatter e che hanno fatto storcere il naso al popolo del web.
L'Europa però non arriva compata alla guerra santa del pallone mondiale. Ieri il presidente della federazione francese (quella di Platini) Noel le Graet ha annunciato di aver votato per Blatter («per me tra lui e Ali era quella la soluzione migliore») e anche Franz Beckenbauer, rappresentante tedesco nel comitato esecutivo Fifa, difende Blatter: «È colpa del sistema, non dell'individuo. L'Uefa non ha proposto un proprio candidato. Se vogliono cambiare le cose devono proporre un'alternativa». E Blatter nell'Uefa può contare anche sull'appoggio russo. Vladimir Putin in persona ha inviato un telegramma di miele al presidente eterno della Fifa. E l'Italia? Si è adeguata alla linea continentale: «In sintonia con l'Uefa ho votato Alì Al Hussein», ha garantito il presidente della Figc Carlo Tavecchio.
Quanto a Blatter, ieri si è tolto qualche sassolino dalle consumate scarpe. «Da parte dell'Uefa e del suo presidente - ha detto il 79enne Napoleone svizzero del pallone - c'è stata una vera e propria campagna d'odio. Io perdono tutti, ma non dimentico». Quasi un messaggio mafioso. Poi l'affondo personale contro Platini: «Platini è stato all'epoca un grande giocatore ma oggi questo suo tentativo di farmi fuori dimostra che non ha nessun fair play, non era lui a dover decidere ma il congresso. Ci ha provato e ha perso». La vendetta antieuropea di Blatter potrebbe concretizzarsi nella riforma degli organismi di vertice Fifa, con più posti per i continenti filoblatteriani (Asia, Africa, Oceania) e meno agli altri.
Il neorieletto, nella conferenza stampa dopo l'esecutivo, ha bollato la retata di Zurigo come un'operazione a orologeria, con un regista preciso: «Ci sono due segni che non ingannano». Il primo è che «gli Stati Uniti si erano candidati per il Mondiale 2022 e hanno perso», il secondo che gli Stati Uniti «sono il principale sponsor internazionale della Giordania e dunque del mio sfidante, Ali Hussein». Insomma, «nulla mi toglierà dalla testa che i loro attacchi non sono solo delle coincidenze. Se gli Usa hanno a che fare con reati che riguardano cittadini americani li arrestino lì e non a Zurigo dove c'è un congresso».
E Blatter va oltre: «Rimetteremo in rotta la nave per riportarla in acqua tranquille». Blatter ha annunciato che i mondiali 2018 e 2022 si svolgeranno come previsto in Russia e Qatar e che a quelli del 2026 «potranno partecipare tutti quelli che non si sono proposti per il 2022».
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