Il figlio di Casaleggio a Montecitorio: giallo sui furti di password

Lo staff: "È qui per installare delle app". Ma potrebbe essere accorso a sistemare la piattaforma informatica dei parlamentari

Il guru del Movimento 5 Stelle, Gianroberto Casaleggio, a Villa d'Este
Il guru del Movimento 5 Stelle, Gianroberto Casaleggio, a Villa d'Este

Al quartier generale di Montecitorio i grillini si guardano con diffidenza. C'è chi sente puzza di complotto. Gli ultimi sondaggi sul blog di Beppe Grillo sono stati accompagnati da una riffa di accuse incrociate. C'è chi parla addirittura di password rubate. I più paranoici, invece, avanzano ipotesi strampalate di infiltrazioni dei servizi segreti e dei renziani. Qualcosa di vero dietro a queste accuse ci deve pur essere se ieri alla Camera si è palesato di gran carriera Davide Casaleggio, figlio del guru pentastellato. Cosa ci faceva a Palazzo? Non è dato saperlo.

Lo staff del Movimento 5 Stelle si affrettato a spiegare: "È venuto solo ad aiutare i tecnici dei computer ad aiutare a installare delle app nei nostri server". Eppure qualcosa non torna. Tanto che, come riporta il Corriere della Sera, in molti hanno iniziato ad avanzare sospetti sul ruolo di Davide Casaleggio all'interno del movimento. Non a caso c'è già qualcuno che l'ha ribattezzato il "Trota dei Cinque Stelle". Già a maggio il figlio del guru stellato era stato avvistato a Bruxelles, al fianco di Grillo e Claudio Messora, proprio nel momento cruciale di stringere l'alleanza con lo UK Independence Party di Nigel Farage. La comparsata romana di ieri non ha fatto che alzare la soglia dell'attenzione dei grillini più sospettosi.

In realtà, come spiega Alessandro Trocino sul Corsera, dietro alla presenza di Davide Casaleggio alla Camera potrebbe esserci qualcosa di più misterioso. Si dice in fatti che la trasferta romana vada spiegata coi pasticci fatti dal deputato Massimo Artini al momento di creare la piattaforma informatica per i parlamentari.

"Artini avrebbe creato un sistema parallelo - spiega Trocino - una piattaforma dedicata alla Difesa, con una pagina inserita nel blog di Grillo che conduceva direttamente a un server di sua proprietà". Per farla breve: chiunque voti un sondaggio sul blog di Grillo, finisce sul server di Artini. Da qui le accuse di furto di password.

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