Un nuovo record per le somministrazioni di vaccino: in 24 ore quasi 700mila dosi. Il generale Francesco Paolo Figliuolo spinge al massimo la campagna per frenare la diffusione di Omicron. Sono esattamente 686mila le dosi somministrate due giorni fa. Le 77.500 prime dosi sono così suddivise: 48mila bambini e 22.500 over 50. Quasi 550mila le terze dosi. E sono in arrivo entro il 14 gennaio circa 4 milioni di fiale: 1 milione di Moderna; 2,1 milioni di Pfizer per adulti e oltre 800mila di pediatrico Pfizer.
La corsa dei vaccini tra i bambini è un'ottima notizia alla luce del rientro in presenza in classe. Il prossimo traguardo prevede hub vaccinali in tutti gli istituti. Ma proprio dalle scuole si segnala come il trattamento per i bambini vaccinati in caso di contatto con positivo in classe sia difforme da quello riservato al resto della popolazione, compresi gli studenti delle medie e del liceo. Nel mirino delle famiglie e dei presidi le norme sulla didattica a distanza e soprattutto sulla quarantena disciplinate dal decreto del 7 gennaio e riaffermate dalla nota operativa dei ministeri Istruzione e Salute dell'8 gennaio. Per la primaria in presenza di almeno due casi positivi l'attività didattica in presenza viene sospesa e si applica per tutti, vaccinati compresi, la Dad per dieci giorni. E su questo punto i genitori concordano: meglio non fare differenze tra bimbi così piccoli. Inaccettabile e incomprensibile per le famiglie che hanno vaccinato i loro bimbi invece l'imposizione di una quarantena della durata di 10 giorni con test che dia risultato negativo. Dieci giorni di isolamento in casa per tutti, vaccinati e non. «Abbiamo segnalato fin dall'inizio che i protocolli di sicurezza erano farraginosi e di difficile applicazione», ribadisce il presidente dell'Associazione Nazionale Presidi, Anp, Antonello Giannelli. E se è vero che le vaccinazioni nella fascia 5-11 anni sono state le ultime a partire è pure vero che i bimbi già protetti con almeno una dose sono quasi 600mila e quasi 100mila hanno concluso il ciclo vaccinale. Si tratta di una minoranza, sono ancora quasi 3 milioni i piccoli scoperti. Ma comunque una minoranza che ha diritto di essere trattata alla pari degli altri studenti più grandi ai quali se vaccinati basta l'autosorveglianza.
Per Giannelli il nodo resta quello dei tempi troppo lunghi. «Non ci sono sistemi rapidi né per conoscere la situazione vaccinale dei piccoli né per avere i tamponi- spiega il presidente Anp - Riceviamo continuamente segnalazioni dai presidi che non riescono a gestire i protocolli. Occorrono informazioni tempestive. Chiediamo un sistema telematico che segnali in tempo reale la situazione vaccinale degli alunni, analogo a quello che già abbiamo per i docenti e che funziona bene». Giannelli ribadisce che se si fossero fatte due settimane di Dad ora, per tornare in classe con più alunni vaccinati, il ricorso alla Dad alla fine dell'anno sarebbe stato più limitato. Ora invece con l'esplosione dei focolai nelle classi si rischia di restare in Dad più a lungo.
Un timore del tutto fondato anche alla luce della richiesta delle Regioni che chiedono al governo di rivedere i criteri e le competenze sulla sospensione delle attività didattiche in presenza nelle scuole.
Le Regioni vogliono più autonomia decisionale per mandare le scuole in Dad, non limitando esclusivamente alle zone rosse la possibilità per i governatori di emanare ordinanze sulla sospensione delle lezioni in presenza. La richiesta già sottoscritta da diverse Regioni dovrebbe arrivare in tempi strettissimi sul tavolo del governo.
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