Finmeccanica, arrivano le condanne per Orsi e Spagnolini

Arrivano le condanne nel processo sulle presunte tangenti al governo indiano per un appalto di 560 milioni riguardante la vendita di 12 elicotteri

L'ex ad di Finmeccanica Giuseppe Orsi
L'ex ad di Finmeccanica Giuseppe Orsi

Carcere per Giuseppe Orsi, ex presidente e amministratore delegato di Finmeccanica e Bruno Spagnolini, ad di AgustaWestland. La sentenza è arrivata nel pomeriggio dalla Corte d’appello di Milano che ha condannato Orsi a 4 anni e 6 mesi e Spagnolini a 4 anni nell’ambito del processo sulle presunte tangenti al governo indiano per un appalto di 560 milioni riguardante la vendita di 12 elicotteri. Il procuratore di Busto Arsizio, Gian Luigi Fontana aveva chiesto per Orsi la condanna a 6 anni e per Spagnolini a 5 anni.

In primo grado erano stati condannati entrambi a due anni di reclusione (pena sospesa) con l'accusa di false fatture ed erano, invece, stati assolti dall'accusa di corruzione internazionale. Le false fatture contestate riguardano le annualità dal 2008 al 2011 sui contratti siglati con la società Ids Tunisia per oltre 14 milioni di euro. Nel dettaglio, si contestano 1,2 milioni per il 2008, 3,8 milioni per il 2009, 4,4 milioni per il 2010 e 4,8 milioni per il 2011. I giudici hanno anche revocato la sospensione della condanna, stabilita in primo grado e confermato la confisca agli imputati di 7,5 milioni di euro, mentre per l'Agenzia delle entrate, che è parte civile, (provvisionale di 1,5 milioni di euro in primo grado) la provvisionale è stata ridotta a 300 mila euro. L’avvocato Ennio Amodio, difensore insieme a Novella Galantini di Giuseppe Orsi, ex numero uno di Finmeccanica, ha detto che "sarà travolta in Cassazione".

Secondo gli avvocati la modifica del reato di corruzione da "atto contrario ai doveri di ufficio" all'ipotesi "nell'esercizio delle funzioni", come stabilito dai giudici di appello di Milano, rende la sentenza "inspiegabile", perchè questa fattispecie di reato "è esclusa nella corruzione internazionale" e "nei casi di corruzione di un funzionario estero se non si prova che è stato fatto qualcosa contro i doveri di ufficio, contro la legge, non c'è reato". Pertanto "questa sentenza - conclude Amodio - è chiaramente fuori dall'Europa. Secondo la Cedu una sentenza d'appello basata su dichiarazioni non 'riascoltatè in Aula viola il contraddittorio".

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